0002331402_10-1Etichetta: Zerokilled – Trisol
Anno: 2014

Similar to:
808 State – Pacific 808
Purity Ring – Shrines
Crystal Castles – (III)

La storia di Tying Tiffany sembra scritta su misura per dare credito e argomenti a tutti quelli che ripetono compulsivamente il mantra del “in Italia non sappiamo apprezzare e valorizzare i nostri artisti, non c’è cultura musicale, è tutto una faida autoreferenziale tra gruppetti e non si bada alla qualità”. Lungi da me valutare in questa sede la correttezza o meno dell’affermazione, la sua rimane comunque una storia interessante, e a suo modo illuminante.

Tying Tiffany (vero nome mai pervenuto) è fuori dal 2005, viene da Padova, e ha al suo attivo 5 album, compreso quest’ultimo. Si è fatta notare (oltre che per essere una Suicide Girl piuttosto attiva al tempo) per una musica muscolare, energica, rivoltosa, una degna epigone italiana dei Crystal Castles, o, ancora, dei Kap Bambino.

Nonostante una notevole prolificità e un’ancor più notevole attività live, durante i primi anni non le riesce il grande salto, e fra i nostri confini il suo nome rimane appannaggio di pochi e di un ambiente ben ristretto. Diverso il discorso all’estero, dove piano piano il suo nome inizia a farsi strada. A partire dal suo quarto album, Dark Days, White Nights, l’interesse intorno a lei a livello mondiale diventa sempre più grande, e le permette di entrare a suo modo nei canali più mainstream: un suo pezzo viene scelto ad esempio per la colonna sonora di Fifa 12, un altro per una puntata di CSI, e le viene affidata la composizione della musica per il trailer di nientemeno che The Hunger Games. Contemporaneamente, in Italia scompare quasi del tutto da ogni radar.

Di lei si torna a parlare anche da queste parti sull’onda del buon successo ottenuto nelle terre anglofone da quest’ultimo album, Drop, album che ci presenta una Tying Tiffany ben lontana da quella che qualcuno si ricorderà al tempo degli esordi: se il filo conduttore che può essere rimasto è quello di una certa oscurità, il modo di esprimerla nel corso di tutti questi anni è profondamente cambiato.

Tanto quanto l’oscurità degli inizi era violenta e distruttiva, tanto ora è declinata in chiave malinconica, chiusa in se stessa, a suo modo elegante. Il dance-punk è ormai un lontano ricordo, rimpiazzato da pezzi che virano all’ambient (Deep Blue River), alla techno-idm (One Girl), a tutto quel filone dream-elettronico che a volte la porta vicino ai territori presidiati ultimamente dai Purity Ring (One Place). Ma se quest’ultimo nome avesse spaventato qualcuno, meglio tranquillizzare subito: non c’è nel percorso artistico attuale di Tying Tiffany alcuna rincorsa della moda, nessuna volontà di inseguire suoni più attuali, anzi, se si vuole trovare una vera fonte di ispirazione per quest’album, meglio lasciar perdere fenomeni troppo recenti e andare direttamente a scavare negli anni ’90, a figure come gli 808 State, agli Orb, addirittura ai Portishead.

Drop è un disco ben incasellato all’interno di un percorso, lo stesso che ha portato Tying Tiffany via via a rinunciare agli strumenti fisici a favore dell’elettronica, lo stesso che le ha fatto mettere da parte l’urgenza della musica dei primi lavori a favore di una marcata intimità, lo stesso che ha contribuito a trasformarla da piacevole realtà locale a credibile artista internazionale.

Tracce consigliate: No Way Out, One Night