Parlare del circuito canadese come uno dei bacini dai quali la musica internazionale ha attinto in modo più proficuo negli ultimi anni non sorprende più nessuno. Che tu sia Mac DeMarco, The Weeknd o gli Arcade Fire, c’è qualcosa in quell’aria gelida che porta bene. E la città di Montréal, in particolare, non fa eccezione. Al contrario, proprio da lì in tanti sono partiti e come si dice in questi casi: in pochi sono tornati. Alcuni proprio dalla Arbutus Records (vedi Grimes) label che ha nel roster anche i TOPS, arrivati con I Feel Alive al loro quarto lavoro; quello dovrebbe farli uscire definitivamente dall’anonimato.
Questo album è concentrato di pop vintage color pastello dall’estetica Parcels, con le camicie sgargianti e senza pieghe anche quando vanno al mare. Ma rispetto al passato ed ai colleghi australiani la vivacità è infatti meno essenziale e più stravagante, orientata più verso il soft rock che alla house. Un balletto elegante ma senza scomporsi troppo ed una ricerca costante di una formula che possa coniugare il passato con il presente. Missione compiuta, ma solo a metà.
La voce guida è sempre quella di Jane Penny capace di cambiare pelle al bisogno: raffinata nella fatale Ballads & Sad Movies, nella quale fa la controfigura di Julee Cruise alla Roadhouse di Twin Peaks. Forse il brano, peraltro, più impegnato anche nelle liriche che, per vero, non offrono spunti di analisi così profondi. (My favorite ballads and sad movies/Don’t do nothing for me now/Unfamiliar ending and sound). A volte però la sua voce esce forzata, come nel caso di Too Much, dove si spinge forse un po’ troppo in là con i virtuosismi e l’effetto Julee Cruise-Roadhouse-Twin Peaks infatti non riesce poi così bene.
Il risultato è completamente diverso e decisamente migliore, invece, quando la band converge nel jangle anche grazie all’ingresso nella band delle tastiere di Marta Cikojevic, che dà una passata di Swiffer alla polvere che si accumula quando fai esercizi di stile e di rivisitazioni del passato e che rischia sempre di anestetizzare il suono. In questo senso entrano così i pezzi davvero forti dell’album: la title track I Feel Alive (autentica gemma del 2020), Colder & Closer e Witching Hour nella quale, finalmente, la band fa questa tanto sospirata dichiarazione d’amore a Fleetwood Mac che erano 10 anni che si teneva dentro. Nascondersi, questa volta, sarebbe stato praticamente impossibile.
I Feel Alive è sicuramente il miglior album dei TOPS. Te lo porteresti anche al rinfresco nuziale per quanto è ordinato. Non ti fa arrabbiare mai, tranne quando la band cerca di inventare un nuovo genere che possiamo sintetizzare in Fleetwood Mac DeMarco. 40 minuti di citazioni adatte per fare coreografie e piroette soft, con il mocio in mano.
Tracce consigliate: I Feel Alive, Ballads & Sad Movies