Anche in Italia abbiamo una storia lieta da raccontare, una storia di fratelli che si riuniscono per continuare a sfornare dischi inutili. Parliamo dei fratelli Zampaglione che come i fratelli Gallagher hanno deciso di mettere da parte i cazzi loro per la gioia di fan e major, con la differenza che la coppia inglese nel periodo di astinenza dalle scene musicali ha potuto godersi i miliardi di sterline in puro stile British (birre e puttane), mentre il Fede nazionale ha cercato di dedicarsi alla carriera cinematografica (esticazzi) salvo le distrazioni e i tranelli che lo hanno accompagnato. Infatti tra un litigio con ” ‘l iPad “, una strana serata tra shot ed MD  e un messaggio minatorio sul social ad anticipare questo masterpiece, anche la vita di Fede si è presto trasformata in un gangsta-drama ed è montato subito l’hype per Indagine su un sentimento, prontamente smentito dal primo ascolto.

ORA LA PACCHIA È FINITA cari amici cervi; troppi hanno approfittato dell’assenza dei Tiromancino dalle scene per prendere spunto e copiare testi e passaggi armonici. I Tiromancino infatti HANNO ANCORA TANTO DA DARE e sono INIMITABILI!! Daje fratè che con quest’album spaccamo tutto, a libbanè se pijamo Roma e poi l’Italia tutta! Envece no, è la solita sbobba. La solita chitarra, la solita voce che ti fa venir voglia di buttarti nel primo fiume che trovi, i soliti archi in sottofondo a rendere tutto tremendamente autunnale, i soliti testi inconcludenti. Ma per carità, non è colpa loro, la colpa è di chi in tutti questi anni ha sostenuto che i Tiromancino fossero una delle massime espressioni della musica italiana. Lo stile non è cambiato, è sempre lui, inconfondibile, se non per alcuni passaggi come Fuggevoli presenze che testimoniano come anche il gruppo romano sia stato ammaliato dal ritorno agli anni 80 di Get Lucky oramai un anno fa. I testi raccontano cose mai felici, ma in una in particolare è facile rivedersi, Mai saputo il tuo nome, la storia di un lui che imbrocca una lei a fine serata in discoteca, escono insieme dal locale, tutto sembra fatto, c’è empatia, il climax sale e poi TAAC lei monta su un taxi e lui resta come un coglionazzo a mani vuote e senza sapere il suo nome (e non c’è lieto fine, lui resta proprio a mani vuote). Liberi  è  il singolo di punta, nonchè la opening-track, perfetto per la radio e condito da un testo pregno di elementi autobiografici che proprio boh:

Quando tutto sembra senza uscita devi guardare bene in fondo la tua vita e chiederti se è proprio come la volevi tu o ti aspettavi di più ma siamo liberi così e ora avrai tutto il tempo per risponderti se mi cercherai potrei raggiungerti mentre giri un altro film.

Insomma, Fede non te la prendere ma questo album è la solita solfa, non che ci aspettassimo molto di più, ma magari la prossima volta non mandare quei messaggi minatori per annunciare un album normalissimo; daje eh che “We are back and we’ re going to beat the shit outta them mutherfuckers!!!!” non lo scrivono manco quelli del TruceKlan.

Traccia consigliata: Mai saputo il tuo nome