Timber Timbre, forse vi starete chiedendo chi sono, o forse no, forse siete venuti a conoscenza della loro Creep On Creepin’ On in una di quelle serate a casa (e a caso) in cui il vostro amico più ubriaco si impossessa del computer e, a corto di idee, tramite i consigli di Spotify finisce su un pezzo orecchiabile che vi sollazza… E che dimenticate non appena tornate in possesso del PC e sparate a tuono Afterlife degli Arcade Fire fino a piangere tutte le lacrime che avete in corpo in preda ad una danza degna di quella buon anima di Don Lurio (manchi, manchi terribilmente <3).

Occhio però che questi ragazzi non sono mica da sottovalutare! Per farla breve, i Timber Timbre sono una band Canadese all’attivo da ormai più di otto anni e con quattro lavori in studio a precedere questo Hot Dreams.
Per quanto nell’aria che respiriamo oggi non si senta più la mancanza del blues e del folk, c’è da dire che qui si colgono proprio quelle influenze lì ma riproposte in un’altra chiave di lettura e con un’interpretazione totalmente diversa, tanto che il termine indie-folk sarebbe stato perfetto per definire la musica di questo quintetto; peccato che poi sia stato utilizzato per gruppi come i Mumford & Sons.
La voce di Taylor Kirk è caldissima e tremolante, un misto tra Bowie e Elvis, ma è stranamente distaccata da quello che vi sta raccontando, pregevole e diversamente comunicativa.
Strumentalmente l’album è presente, più terreno che mai e quando si viaggia lo si fa sempre con una certa coscienza, volando alto ma con ancoraggi sicuri.
Un miscuglio di sensazioni unite da uno stesso filo conduttore stilistico, tanto che il disco può angosciare (Beat The Drum Slowly, Bring Me Simple Men), può insospettire (Curtains!?), può essere sensuale (Hot Dreams), può farvi esplorare nuovi mondi (Resurrection Drive Part II, The New Tomorrow) e in fine può farvi soffrire (This Low Commotion, Run From Me).

Tirando le somme non vi aspettate l’album dell’anno, ma il disco introspettivo di un gruppo decisamente valido. Con questo lavoro i Timber Timbre consolidano il loro percorso fondato su idee chiare e basi altrettanto stabili, a dimostrazione che è possibile maturare senza strafare ma proseguendo a testa bassa per la propria strada. L’unica pecca rimane forse la durata media dei brani che già di loro non risultano essere di facile ascolto.

Traccia consigliata: Hot Dreams