Misteri, complotti e segreti.
Il profilo twitter di Thomas Edward Yorke negli ultimi mesi ha lanciato messaggi ingannevoli e indecifrabili.
Tutto poco chiaro inizialmente, dall’annuncio delle registrazioni ormai intraprese dai Radiohead a quel misteriosissimo vinile bianco, ma che qualcosa bollesse in pentola era ormai palese.
Il 26 Settembre, puntuale, svizzero, inevitabile ecco qui che quel maledettissimo occhio pigro (<3), e il suo ormai fedele produttore e uomo in più Nigel Godrich, annunciano l’uscita del nuovo disco solista del caro buon vecchio Thom.
Appena arrivata la notizia ho urlato non poco, ripensavo a quel gioiello di The Eraser e al tour con gli Atoms For Peace.
Sì ma fermi, il disco è stato annunciato, adesso chissà quanto bisognerà aspettare per poterlo ascoltare… Niente, perché è già stato caricato in estensione .torrent nell’internet ed è acquistabile per la modica cifra di 6$ .
Insomma neanche il tempo di bestemmiare dalla gioia che già te lo trovi sul computer.
Ora, non voglio tirare l’acqua al mulino di nessuno (tantomeno portarne via dal mulino degli U2) ma sono già un paio di volte che questa mente labirintica (oltre a cambiare le regole della musica) cambia le regole dell’intera industria discografica – e non sto qui ad attaccarvi il pippone con l’operazione In Rainbows perché la conoscete tutti.

Vorrei raccontarvi le mie prime impressioni su questo Tomorrow’s Modern Boxes e magari commentarle in fase conclusiva.
Apre le danze A Brain In A Bottle, disturbante, colpisce a tal punto la somiglianza con le sonorità di AMOK che già da subito si inizia a pensare che forse anche qui qualcosa sia sbagliato.
Guess Again! ne è l’imminente e spietata conferma… no dai per favore.
Interference ha qualcosa in meno ma trasmette di più; nello specifico quel qualcosa in meno sono la parte ritmica schizofrenica e un paio di minuti ma, ciò che lo rende uno dei brani più belli del disco è proprio quella linea melodica, punto di forza delle produzioni dei Radiohead tutti e allo stesso tempo evidente mancanza nelle produzioni ultime di Yorke.
The Mother Lode è una roba malatissima in cui si alternano sample di piano, voce e drum machine graditissime ma è tutto inesorabilmente statico. Truth Ray ha quel tocco trip-hop fatto di strumenti in reverse e zero picchi, una giusta compagna di viaggio.
In There Is No Ice (For My Drink) c’è sentore di techno di quella fatta bene, con l’ossatura giusta di tb303 e tr909, tutto sommato è una buona traccia ma il disco sta per finire e ancora ci stiamo chiedendo che fine abbia fatto l’animo altalenante del buon Thom.
Prima della chiusura c’è del tempo per un’intermezzo come Pink Section che diventa il giusto incipit per la finale Nose Grows Some, ultimo strattone di un disco che a freddo non convince.

Sarà l’aspettativa altissima nei riguardi di tale genio e del suo disco precedente, ma Tomorrow’s Modern Boxes non soddisfa in toto.
Va anche detto che qualitativamente il disco suona in maniera eccelsa e che, spolpandolo per bene, si riesce a cogliere qualcosa che non arriva immediatamente.
Il prodotto in generale sembra poco ispirato e questo meccanismo industriale creato dallo stesso artista sembra aver forzato l’uscita di un lavoro non pienamente sbocciato.
Mastodontica e geniale la trovata commerciale, non all’altezza il prodotto finale.

Traccia consigliata: Interference