Quando tutto sembrava un po’ lasciato andare a perdere, ecco che ritornano. I The Go!Team ricompaiono dopo 4 anni di silenzio dal loro terzo lavoro, Rolling Blackouts, dopo uno stravolgimento generale della formazione originale per matrimoni, addii spontanei, altri progetti, ed insomma ecc. ecc. ecc.
Fatto sta che è rimasto solo soletto sulla sua spiaggia di Brighton la mente fondatrice del collettivo, Ian Parton, a comporre e registrare la maggior parte degli strumenti, insomma “me la canto, e me la suono”.
Il caro Ian ha riformato il collettivo con l’aggiunta di nuovi componenti, ed eccoci cosi all’inizio della seconda vita dei The Go!Team con The Scene Between.
E’ un nuovo inizio, ma non è una scissione completa con il proprio passato, anzi. Il suono e lo stile sono inconfondibili: la creatura supermeltinpot fatta di tante influenze indie, rock, funk, new wave 80s e tanto altro è ancora viva, ma ha cambiato leggermente mood.
Tanto per capirci, siamo sempre lì a correre in un videogame stile Platform 2D, mentre fai surf con Pucci il cane figo e nel frattempo spicchi il volo con lui.

Tutto questo impreziosito da colori scintillanti, che in The Scene Between sembrano uscirne un po’ assopiti: sensazioni più malinconiche si mixano ad una attitudine ancora più pop rispetto ai precedenti lavori, come dimostrato ad esempio dalla efficace title-track, clavicembalone e melodia troppo accattivante per non farsi prendere al primo ascolto.
E si va avanti  così, tra campionamenti e rapide incursioni elettroniche, spensierati con la Big Babol e la pioggia di arcobaleni, un po’ a cavalcare le onde in Waking the Jetstream e a saltellare nei prati con Blowtorch: i pezzi girano così tutti bene che sembrano tutti…uguali?
L’efficacia di avere un’idea valida su cui basarsi è sempre un alto rischio: difatti, nei 37 minuti di The Scene Between, a volte sembra di ascoltare sempre la solita canzone on repeat. Che poi tu sia sbronzo o fatto di chissà cosa può essere un altro discorso, ma sono sicuro che il tuo amico sobrio ad un certo punto dopo un quarto d’ora avrà l’impulso di girarsi e dirti: “Ma lo cambi ‘sto pezzo o no?”
È un album così veloce e piacevole che purtroppo non riesce a spiccare il volo per questo grande inconveniente, pur avendo pezzi ben sopra alla media, come la spirituale The Art of Getting By (Song for Heaven’s Gate) ed il richiamo della precedente vita che risponde al nome di Catch Me On The Rebound.

Ah sì, la prima vita di Mr. Parton. Inutile dire che il paragone con quel piccolo grande capolavoro di Thunder, Lightning, Strike è parecchio scomodo. Nel loro primo lavoro datato 2004 i The Go!Team avevano sfornato una serie di pezzi appartenenti ad un imprecisato mondo fantastico ed esplosivo (che ne raffiguravano anche un altro in maniera perfetta sulla tua cara PS3 che ti eri appena comprato, ti ricordi?) così belli, freschi e spensierati da risultare ancora oggi inarrivabili.
Caro lettore, io ti consiglio di ascoltarti questo The Scene Between, perchè è una boccata di aria primaverile ed è proprio quello che ci vuole ora che ci siamo riattivati tutti.
Ma promettimi anche, se non li hai mai ascoltati, di tuffarti in Thunder, Lightning, Strike e in Proof of Youth, perché alla fine ciò che conta è che Ian ed i suoi The Go!Team ci hanno sempre sfornato musica di buonissima qualità, e meritano di essere apprezzati non poco.

Tracce Consigliate: The Scene Between, Blowtorch.