Saltiamo i preamboli e partiamo subito con la domanda più avvincente: cosa devono dimostrare ancora i Chemical Brothers? Risposta più semplice: assolutamente niente, soprattutto considerando una carriera in cui hanno sbagliato poco e niente (tipo We Are The Night, brrrr), costellata di album classici, singoli entrati nell’immaginario collettivo e una reputazione live andata in costante crescendo. Risposta dopo l’ascolto di No Geography: i Chemical Brothers dimostrano che, a 27 anni dal primo singolo, c’è ancora tantissima voglia di divertirsi senza snaturarsi.

Tanto divertimento dunque, ma senza percorrere la strada già intrapresa dei singoloni – non troverete una Hey Boy Hey Girl, una Galvanize o una Go in questo album – bensì imbarcandosi in un viaggione psichedelico di 47 minuti da intraprendere tutto d’un fiato. La tripletta iniziale – Eve Of Destruction – Bango – No Geography – mette subito le cose in chiaro, tra giri di basso gommosi, percussioni impazzite e le parti cantate da AURORA a bilanciare il tutto. Segue Got To Keep On, forse il vero instant classic dei Fratelli Chimici nel 2019, una bomba a orologeria capace di far muovere il culo anche al più duro hater del duo. Gravity Drops apre la via alla potentissima The Universe Sent Me, un trip di 6 minuti capace di riportare in vita i The Knife. Free Yourself e MAH completano l’opera di demolizione del dancefloor, prima che Catch Me I’m Falling ci regali un rifugio sicuro dove prendere fiato. L’abilità dei Chemical Brothers – ma questo lo sapevamo già – sta proprio nel saper mischiare tutte queste anime diverse, incanalandole in un percorso coerente e sensato; un “viaggio”, appunto, che nasce e si sviluppa attorno alle parole del poeta Michael Brownstein, presente nella title-track con Geography, il suo personale messaggio di inclusione e amore universale e incondizionato.

Me, you and me
Him and her, and them too
And you, and me too
I’ll take you along, I’ll take you along with me

Sopravvissuti a quasi 30 anni di evoluzioni e mode, Ed Simons e Tom Rowlands non devono più dimostrare niente a nessuno. No Geography ne è forse la testimonianza più evidente, un passo a lato rispetto a Born In The Echoes, l’ennesima dimostrazione che questo tipo di suoni e la sensibilità verso di essi è qualcosa di ben radicato nella “geografia” dei Chemical Brothers. Bollarli come “sono vecchi, sono stanchi, non hanno più nulla da dire” sarebbe il più grande errore che potreste fare.

Tracce consigliate: The Universe Sent Me, Got To Keep On, We’ve Got To Try