Devo rimanere me stesso, devo rimanere me stesso, devo rimanere me stesso…” Questa è la frase ossessiva che un artista di musica elettronica continua a sentire nella propria testa, intervallata da qualche drop di Avicii che sputa ca$h a ripetizione.

Ma parliamoci chiaro: quando si tratta di veri ed autentici maestri fonte di ispirazione da più di 20 anni per musicisti di qualsiasi genere questo problema non si pone, anche se possono esserci state delle piccole sbandate durante una carriera gloriosa.
Ed e Tom devono essersi guardati bene in faccia dopo We Are The Night (che ancora ci si chiede come faccia ad essere cosi brutto) dicendo: “Ok, la stronzata l’abbiam fatta. Ricominciamo a fare sul serio?
Nel 2010 il gioioso segnale di ripresa si presentò a nome di Further, buonissimo lavoro con una certa Escape Velocity che ti faceva volare sul serio. Dopo 5 anni passati tra comporre colonne sonore e girare il mondo con i soliti acclamatissimi set live, vede finalmente la luce il loro ottavo album Born In The Echoes, ovvero: siamo i Chemical Brothers, più che mai.

La loro anima Big Beat (termine coniato da loro, tra l’altro) è finalmente ritornata a suonare più forte, con la consapevolezza di essere nel 2015. E corre una bella differenza da “essersi attualizzati” rispetto a “essersi venduti”, semplicemente perchè ascoltando Born In The Echoes capisci già al primo ascolto che spiccano la qualità superiore e l’autenticità davanti a 1000 pezzi che tentano di essere simili.

Un’apripista come Sometimes I Feel So Deserted la possono lanciare solo loro. Cassa drittissima, un crescendo sintetizzato calcolato alla perfezione che esplode al momento giusto. Troviamo poi subito il singolo di lancio Go con il fidato Q-Tip, accompagnato dal consueto video geniale (che vi aiutiamo a capire qui) molto orecchiabile ed accattivante, che risulta essere alla lunga l’unica traccia che stanca veramente di tutto il lavoro. Vuoi perchè è già stata trasmessa molto a livello radiofonico, o più semplicemente perchè una volta uscivano singoli killer illegali come Block Rockin’ Beats o Hey Boy Hey Girl: è sempre dura fare i conti con un passato del genere.
I featuring sono una delle vere passioni di Ed & Tom, e Under Neon Lights è un altro fortunato episodio di questa serie in cui Annie Clark è la prtagonista: è una piccola magia, un pezzo che suona veramente un po’ St. Vincent, una seduta ipnotica estasiante.

La parte di centrale di Born In The Echoes, la più esaltante, può tranquillamente essere soprannominata “Rave 1995″o se vi piace di più “Quando Tom aveva ancora il capello lungo ma era sempre bruttino“. EML Ritual è un pezzo acidacidacid-house, forse una delle migliori cose partorite nell’ultima decade chimica. I’ll See You There è l’ennesima ricostruzione psichedelica à la Tomorrow Never Knows figlia di Setting Sun e Let Forever Be (ma senza Mr. Noel) dove la batteria suonata (sul serio) e la psichedelia la fan da padrone, e porta a quel martello incessamente e detonante di Just Bang.
Il lungo fluttuare trance di Reflexion chiude l’ipotetico party revival dei fratellini per passare ad atmosfere decisamente più rilassate. Il cupo incidere della title-track e la “dronata” un po’ riempitiva di Radiate portano ad uno dei gioiellini pop dell’album: Wide Open è una chiusura malinconica ed emozionante di synth eterei con un inaspettato feat. con Beck, la cui partecipazione ha fatto un po’ storcere il naso a buona parte della critica. Non preoccupatevi di quei brontoloni, il pezzo funziona alla grande.

Carissimi, a quanto pare i Chemical Brothers sono veramente rinati.
Il loro ultimo lavoro risulta quindi essere un album riuscito e godibilissimo sia nel suo insieme e nei singoli momenti: un equilibrio dove rischia in alcuni momenti di subentrare un po’ di mestiere, ma che viene salvato da 3/4 pezzi ben sopra la media.
Mi sembra impossibile non riuscire ad apprezzare un duo che è riuscito nella loro carriera ventennale a rimanere sempre un punto di riferimento praticamente inattaccabile della musica moderna, capace di creare un vero e proprio genere. Dalla passione per l’hip hop ed il rock, passando per house, techno e psichedelia, Ed & Tom hanno sempre curato con scrupolo che la loro musica in ogni singola nota sembrasse più “suonata”,analogica e personale  possibile, restituendoci così uno stile immortale.

Bentornati, e grazie ancora una volta a Wipeout 2097 per aver cambiato per sempre la mia vita.

Tracce Consigliate: EML Ritual, Wide Open