Supreme Cuts sono riusciti nell’impresa di fare uno degli album più brutti di questo 2k14 musicale, e l’impresa è davvero rimarcabile se consideriamo che siamo giusto a Febbraio. Ascoltando le 14 tracce che compongono Divine Ecstasy sorge spontanea una questione: dobbiamo considerarlo come un EP, un mixtape, una compilation di pezzi scadenti o altro? Perché è davvero irritante spaziare da canzoni in stile hip hop a cori gospel ad un qualcos’altro definibile come post dubstep. Purtroppo questo eccesso di critica è dettato dalla completa assenza di una linea guida, tanto che sembra che Divine Ecstasy sia stato creato in fretta e furia raschiando nel magazzino delle registrazioni avanzate ad altri personaggi che compaiono come featuring in ben 10/14 elementi dell’album.

Andando con ordine, i momenti salienti dell’ “opera” possono essere brevemente riassunti così: Introduction (Agony/Ecstasy) è come ben s’intende la opening-track, dal cui titolo traiamo due preziosi consigli, vale a dire una breve descrizione di quello che ascolteremo e un consiglio sull’accompagnamento per rendere questi 52 minuti meno pesanti. Dopo un’anonima Cocktails ecco alla #3 Gone con la partecipazione di Mahaut Mondino che si lancia in un odioso ritornello che recita più o meno così “gongouu gongongon” il tutto condito da un’atmosfera R&B di seconda scelta; occhio a Mahaut Mondino che tornerà a fare capolino anche in Brown Flowers. Skippando un paio di canzoni giungiamo a quella che è senza dubbio la traccia più molesta delle 14, cioè Faded: cinque ansiogeni minuti di postdubstep intervallati da una stridula voce femminile che ricorda vagamente delle preghiere arabe. Subito dopo questa perla parte It’s Like That, un vero e proprio elogio all’autotune, roba da far davvero piangere. La festa si scatena alla fine con musica da pianobar e sax che festeggiano in Epilogue, e vien da dire, a ragion veduta.

Peccato davvero per i Supreme Cuts che nei precedenti lavori (l’EP Trouble su tutti) avevano mostrato delle potenzialità da approfondire. Ma l’idea di cimentarsi in un album pieno di featuring è completamente bocciata, nella speranza che questi due ragazzacci si rendano conto degli errori/orrori qui commessi.

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