Due anni dopo il debut Creatures Of An Hour gli Still Corners danno ulteriore prova di abilità nell’adattare il loro etereo misticismo alle mode dream pop del momento, senza alcuna aggiunta stilistica se non le struggenti atmosfere. Hanno quindi la furbizia necessaria per suonare sempre attuali e mediano la mancanza di originalità creativa con un pathos fuori dal comune (e assolutamente fuori dalla portata del resto della marmaglia delle band cavalca-trend).

Strange Pleasures è ancora più marcatamente un seguace delle mode dream pop: fin troppo evidenti i rimandi a Chromatics e Grimes (per citare due nomi a caso, proprio), a differenza dell’album precedente che si era limitato semplicemente a inserirsi in un filone rigoglioso nel momento più propizio; eppure in questa nuova veste synth pop gli Still Corners trovano la loro dimensione ideale e danno vita a un sophomore più coeso e godibile del suo predecessore, che, pur contenendo pezzoni come Cuckoo e Submarine, era allungato con diversi episodi di riempimento, ora ridotti all’osso.

Il risultato è quindi un gran bel disco, godibile nella sua interezza (fatta eccezione forse solo per la dimenticabile We Killed The Moonlight), colmo di brani di alto livello e pervaso dalla sensualità struggente di Tessa Murray [L’ANGIOLETTO DELLA MIA VITA, N.d.A.], che ha l’unica (grande) pecca di non essere uscito dodici mesi fa, finendo per suonare tremendamente, seppur piacevolmente, già sentito.

Abbiamo quindi delle splendide canzoni come la sinuosa Fireflies che fa da brano-simbolo della svolta synth pop, la sfavillante Future Age dotata di drumming tribale e ammiccamenti froci à-la Passion Pit, la danzereccia Berlin Lovers degna della migliore Grimes (impossibile non andare con la mente a Oblivion) e la dolcissima I Can’t Sleep che con la sua ostinata mielosità diventa il vero banco di prova che dimostra la genuinità del pathos made in Tessa. Ma a spiccare sopra tutte è Midnight Drive, ideale punto di incontro tra le atmosfere del primo e del secondo album e brano più struggente della band a parimerito con Cuckoo, gioiello del disco precedente. Il tutto è racchiuso da due brani prolissi che fungono da preludio e conclusione: in apertura abbiamo The Trip, che unisce alla solita sensualità di Tessa un atmosfera dichiaratamente trippy, tra loop di synth acidi, chitarra acustica desertica a fare da sottofondo e assoletti riverberati da California psichedelica; in chiusura c’è la title track, che finisce per essere il più esplicito tributo a Kill For Love dei Chromatics, primario ispiratore della direzione artistica di Strange Pleasures. Ed è tra gli intriganti bassoni synth che vanno a nozze con l’erotismo della Murray, che gli Still Corners ci salutano, in attesa del prossimo trend da cavalcare. Speriamo che tra due anni non vada di moda la samba. Speriamo che Tessa sia single.

Tracce consigliate: Future Age, Midnight Drive.