Sono in un periodo della mia vita musicale in cui cerco di distinguere ciò che davvero deve essere considerato e ciò che invece deve essere dimenticato. Sono abbastanza sconcertato come ancora band americane si rifacciano completamente a sound di quasi 20 anni fa: i Someone Still Loves Boris Yeltsin sono tra questi. Con una carriera decennale e dopo 5 dischi mi sarei aspettato un’evoluzione più sostanziosa, invece siamo ancora ancorati ai Weezer dei primi 2 dischi e ad un indie-rock/pop zuccherino che ha i soliti riferimenti nei The Shins  e nella beatificazione 60s della Elephant 6 (leggasi: The Olivia Tremor Control).

Qualche mese fa, probabilmente, mi sarei lasciato trasportare da questa malinconia nella quale sguazzo in continuazione, amando quella nostalgia dei “tempi migliori”. Ma siamo sicuri di volere ancora appoggiarci al passato? Posso capire la potenza del flower power che aveva investito i gruppi Madchester, oppure il grunge che aveva come linee guida Led Zeppelin e Black Sabbath in un’orgia con l’hardcore. Già non concepisco il ritorno agli anni sessanta del brit-pop, che nel complesso portava con sé le sfumature dei due generi di cui parlavo poco sopra. L’Elephant 6, negli States, si era chiamata portavoce di quelle reminescenze, portandosi dietro le influenze dei Byrds e Beach Boys psichedelici, imbastardendole con i lo-fi dei Pavement. L’onda lunga era terminata con i The Shins e i SSLBY nati in pieno nu-britpop pre Arctic Monkeys potevano incastonarsi benissimo, ma nel 2015 tutto questo suona stantio.

Le canzoni migliori sono quelle con dei buoni fuzz, che cercano di parodiare i Weezer con un sound più cristallino (Line Of YouTrevor Forever), sorpresa positiva Step Brother City, dove fanno una cover a Golden Skans dei Klaxons senza i sedicesimi sul charlie. The High Country lascia al suo passaggio una sensazione di deserto incalcolabile, la scena indie-rock figlia dei 2000 può e deve essere archiviata senza troppe lacrime. In America sta uscendo prepotente il post-hardcore in tutte le sue sfaccettature, i dischi dei Metz e dei Title Fight sono molto più freschi, anche se al posto dell’estate cadono le foglie.

Tracce consigliate: Step Brother City