Blame Confusion, album di debutto del duo canadese Solids, è un ricamo aggressivo e volubile di sonorità punk, hardcore, alt-rock. Uno squarcio temporale che ci riporta agli anni novanta, quando alcuni di noi erano bambini o adolescenti e si scorticavano mani e ginocchia inseguendo il sogno di volteggiare nell’aria col proprio skateboard, proprio come i ragazzi fighissimi dell’ assolata California.
Blame Confusion è un groviglio brutale e genuino, privo di inversioni di marcia melodica e per questo forse alquanto discutibile. La forza sonora con cui elettrizzano l’ aria potrebbe catturare solo per i primi minuti, portando l’ascoltatore ad una prematura stanchezza.
Estremamente coerente, è un album urlato – nel vero senso del termine – affrettato, anzi troppo coerente e per questo ingannevole. Se da un lato ci sono infatti da apprezzare alcune tracce gradevoli e nostalgiche (Haze Away, Blame Confusion), è anche vero che il duo ha preferito non allontanarsi troppo dal tracciato, creando così dieci canzoni talmente uniformi da non far capire dove comincia l’una e termina l’altra.
La rabbia adolescenziale con cui gorgheggiano ha un quid che ricorda vagamente i No Age e dei Blink182 visti con un obiettivo fotografico appannato e crepato (Not Complaining), che, una volta ripulito, ritorna a focalizzarsi su atmosfere punk e a tratti grunge (Terminal).
E se il nostro cervello cerca di convincerci che non abbiamo tempo per ascoltare certe piatte melanconie e rinchiuderci in cameretta ad appendere poster e scrivere segreti sui diari, l’ adolescente che ancora vive in noi – nonostante giacche e cravatte – sente la mancanza di quell’epoca in cui i momenti di noia non erano un lusso e ci fa avvicinare alla finestra della nostra stanza, inducendoci, almeno per un attimo, a perderci in frivolezze e a impiegare un po’ di tempo cercando all’ orizzonte quello skater che sognavamo di diventare.
Traccia consigliata: Terminal