Shiva Bakta al secolo Lidio Chericoni è un tipo di 35 anni a cui piace molto la west coast music, gli hippie e probabilmente anche la droga. Tra un disco dei Jefferson Airplane e uno di Country Joe and The Fish, un trasloco da Bologna a Milano e una data al MiaMi del 2010 ha trovato il tempo per scrivere ben tre dischi; abbastanza per scriverli, purtroppo non abbastanza per pubblicarli. Così, dopo Shiva Bakta Homerec Album (una raccolta di demo autoprodotte) e un secondo episodio che non ha mai visto la luce, arriva Gente Bella, etichetta indipendente che decide di prendere le palate di materiale già disponibile e di organizzarle in un LP, un esordio discografico vero e proprio: così nasce Third, terzo lavoro nella testa dell’artista, primo per la cronaca.

La musica è un mix molto carino tra atmosfere post-fricchettone, deliri lisergici, folk da cameretta e tracce dal delizioso gusto pop, tutto miscelato con gusto e coadiuvato da un’ottima esecuzione. Registrato da dio, arrangiato e mixato anche meglio. Veniamo alle canzoni: forse anche per colpa della quasi eccessiva sincerità di artista ed etichetta su come sia stato composto questo primo/terzo episodio del nostro bel fricchettone, si avverte nello svolgimento del disco un gusto un po’ troppo antologico, e si fatica a trovare un filo conduttore, uno stile che, preciso e puntuale, identifichi l’artista. Anche se il materiale è tutto molto figo, si ha l’impressione che, nonostante il lavoro sia stato svolto ottimamente, esso sia ancora a metà strada: ci si trova così di fronte a brani dal gusto quasi sfrontatamente revival (come Sunday Turns Into Heaven, che vedrei bene in Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane, e sinceramente solo lì) alternati ad altri che sono bombe assolute, come la squisita opening track Mushroom o la mini-suite centrale Baktism 1 e 2. Ad alzare non poco il livello generale del disco sono gli ottimi arrangiamenti, unico elemento in grado di dare continuità al lavoro, l’esecuzione sempre ineccepibile, e le scelte di mix, che tendono provvidenzialmente a trascinare un buon sound d’annata lontano dai nefasti lidi del revival. Il gusto spiccatamente pop di pezzi come Smart Drug è spezzato da episodi meno facili, sempre forti di avveduti arrangiamenti che ci allontanano il giusto dall’appeal dell’easy-listen.
Dog è un bel pezzo che potrebbe essere dei Beatles con acidi meno buoni e strumentazione più moderna, My Weakness una ballata non troppo accattivante; dopo la già citata mini-suite che spezza il disco a metà arrivano You Shound Be Happy e Magic Sun a riportarci sulla terra, dopodiché, con le tracce acustiche Homeless e Goodbye il disco si conclude, lasciando principalmente la voglia di riascoltare gli episodi più riusciti (Mushroom su tutte).

Questo è un disco piacevole e molto ben fatto, straordinario per un artista al suo esordio, un po’ meno per uno al suo terzo LP. E’ un lavoro disordinato, e forse anche per questo molto interessante; di idee ce ne sono a centinaia, ma solo in alcuni casi esse trovano la forma più adatta al loro compimento più totale: quando ciò avviene, urliamo quasi al capolavoro. Il suo percorso non è certo compiuto, sicuramente la strada imboccata è quella giusta: stiamo a vedere, e buon lavoro.

Tracce consigliate: Mushroom, Baktism 1 e 2.