ry-xEtichetta: Infectious / Loma Vista
Anno: 2016

Simile a:
James Vincent McMorrow – Post Tropical
Daughter – Not To Disappear
Ásgeir – In The Silence

Il debutto discografico di Ry Cuming, nel 2010, con un album per la Jive Records fatto uscire a suo nome, è quanto di più lontano ci possa essere da quello che è poi artisticamente diventato il ventottenne australiano nei successivi 6 anni. Questo nuovo album, Dawn, è il frutto di tutte le esperienze e le influenze avute, la collaborazione con Frank Wiedemann nel progetto Howling e in seguito come cantante dei The Acid hanno lasciato il segno sulla sua formazione.

Il disco si apre con Shortline, brano già presente nell’EP Berlin, che qui troviamo in una versione arricchita da un beat elettronico che accompagna in punta di piedi la splendida voce di Ry tra organo pianoforte e archi, in un crescendo che ti porta direttamente in un altro pianeta. Non ci vuole molto per rendersi conto di essere di fronte a qualcosa di speciale, un viaggio ultraterreno che prosegue con Salt, dove chitarra acustica e pianoforte fanno ancora da tappeto sonoro al racconto di una grande storia d’amore che sembra essere ormai solo un ricordo:

We let love be like water to wine/We let love be the higher design/We let love be a call in the night/We let love be the fire divine”.

Howling viene riproposta in una chiave leggermente più curata ed elegante rispetto alla versione assieme a Wiedemann.

L’amore e la sofferenza che può provocare è un tema ricorrente in questo disco (Only), amore visto come un autentico faro nella notte in Beacon 

Love love/Fall into my side/Slide/crawl into the shades of light/Crawl into the night”.

In Deliverance la qualità continua a rimanere altissima, è il primo brano dove la componente elettronica è più marcata sebbene mai in maniera invadente, ma solo per dare maggior spessore al cantato, “I’ve been awake for deliverance” ripetuto quasi come un mantra. Dal punto di vista vocale una delle prove migliori dell’intero disco, anche se bisogna sottolineare come la qualità sia pressoché la stessa in tutto l’album.
Segue Haste, altro brano dove l’elettronica ricopre un ruolo centrale ma comunque ben bilanciato; Hold Me Love è di una bellezza sconvolgente, ed è difficile trovare tante parole per descrivere quello che piano e voce riescono a creare in poco più di 3 minuti, ma è qualcosa che ti arriva dritto al cuore e te lo apre a metà. Sweat è l’episodio forse più acustico di Dawn (assieme ad “Only”), mentre Lean chiude questo fantastico viaggio in 7 minuti e 30 di un crescendo di suoni ed emozioni che ci porta in alto verso l’infinito per non scendere più.

Stilisticamente è un lavoro molto omogeneo, 11 canzoni che si incastrano divinamente le une con le altre, dove sono essenzialmente solo 4 strumenti a farla da padrone (pianoforte, chitarra, synth e drum machine): se in alcuni casi potrebbe essere visto come un limite, qui la poca varietà e la produzione per certi versi minimale gioca a favore di Dawn, perché un disco molto più pieno avrebbe finito col togliere spazio al vero strumento protagonista di questo disco: la voce di Ry X.

È proprio la consapevolezza di saper usare la propria voce come uno strumento la sua forza, capace di prenderti e portarti dove vuole senza mai strafare, capace di creare un lavoro di un’eleganza fuori dal comune – cosa che potrebbe anche in qualche modo sorprendere visto il modo in cui si presenta (look da surfista/hipster) – ma è anche questo il bello della musica, non fermarsi all’apparenza e andare oltre per scoprire il mondo di un ragazzo neanche trentenne dalla profondità d’animo fuori dal comune.

Se continuerà a mettere la stessa passione e intensità anche nei prossimi dischi, Ry X avrà una lunga e brillante carriera davanti a sé. Dawn è la prova che quando un disco è fatto con cuore e anima, serve poco altro per diventare un capolavoro.

Tracce consigliate: Shortline, DeliveranceHold Me Love