Adagio Furioso, ultima fatica dei nostrani Ronin, prosegue sulla scia di Fenice nel portare a compimento la destrutturazione slowcore. Un lavoro il precedente sicuramente più inquadrato nel genere ma che già manifestava l’attitudine dei samurai senza padrone alla sperimentazione, del resto frutto di un background musicale che affonda nel jazz e nell’arte dell’improvvisare (vedere alla voce Jambyia, Gentleman Only o Conjure Man). Purtuttavia, più che spingere il pedale sulla ricerca della suite-a-tutti-i-costi, la direzione sembra essere quella di un nuovo classicismo chitarristico che si ammanta volutamente di un’aura stereotipata ma rimane conscio della lezione impartita dai maestri nella dissezione della forma canzone Slint & Co.
Parliamo in sostanza di un post rock imploso le cui schegge riescono a spingersi da un vecchio west immaginifico fino ad una realtà post apocalittica spazzata da venti atomici; della colonna sonora di un film sulla nostra vita che non verrà mai realizzato; di un esperimento d’exploitation sofisticata; di Tarantino che ubriaco di champagne versato da una scarpa fa una jam con i Galaxie 500 vestito da cowboy.

Il missaggio di Tommaso Colliva e i featuring (Francesca Amati dei Comaneci e Nicola Manzan dei Bologna Violenta fra gli altri) di qualità sono valori aggiunti, e contribuiscono alla resa di un album che oltre ad essere ben pensato è stato anche ben prodotto.
Le tracce scorrono una dietro l’altra senza impacci: La cinese potrebbe essere una versione estremamente dilatata di A Feast of Friend dei The Doors, Ravenna trasforma l’Emilia-Romagna nel confine tra Stati Uniti e Messico evocando paesaggi da Meridiano di Sangue, Caligula si innesta sulla ripetizione emo(tiva) di un leit motiv, mentre Far Out risulta l’unico pezzo cantato e il risultato è di fronte ai vostri occhi (esatto occhi, perché queste sono immagini). La conclusiva Ex raccoglie un po’ i pezzi e si lascia scivolare tra momenti in cui le chitarre si parlano e altri in cui urlano di rabbia, l’outro è il risveglio dopo il sogno: signore e signori, la visione è terminata.

In una società fin troppo liquida, un punto fermo.

Tracce consigliate: Caligula, Ex.