Cinque anni dividono Magnifique dall’ultimo lavoro in studio di  Evan Mast e Mike Stroud, e ne sono ormai trascorsi quasi il doppio dall’album che ha cristallizzato la formula del progetto che porta l’onomatopeico nome di Ratatat: se avevate nostalgia del tronfio protagonismo delle chitarre di Classics è bene che sappiate che sono tornate in grande spolvero. Lungi però dal voler inciampare nell’autocitazione, i due rimodellano il sound consolidato in forme e umori inconsueti, stemperando i ritmi abrasivi con episodi più morbidi e persino melodici.
Un titolo in francese, forse a ironizzare sul costante paragone coi colleghi Daft Punk, per il disco con cui invece dalle movenze del duo d’oltralpe ci si discosta definitivamente. Il sound resta pieno e riconoscibile, ma non più sovraccarico, e i beat lasciano spazio ad armonie piacevolmente retrò, che però finiscono per suonare futuristiche, un po’ come il synth pop degli MGMT agli esordi.

Di certo tra i brani di LP3 e LP4 non ci sarebbe stato spazio per il piano dell’Intro e dell’Outro che incorniciano le 12 tracce di Magnifique, nè per le nenie sintetiche come Drift e Supreme, interludi nostalgici tra le consuete scariche di riff di episodi catchy e sfacciati come AbrasiveNightclub Amnesia. Contagia al primo ascolto il funk spaziale di Cream On Chrome, per poi lasciar spazio alla chitarre melliflue della title-track.
Il filo conduttore è un mood perturbante eppure scanzonato, declinato in esiti brillanti e sempre diversi: i motivetti incalzanti da videogioco anni ’80 di Pricks of Brightness, i bassi irrequieti di Cold Fingers. Il crescendo dell’attacco di Rome è emblematico del nuovo approccio di Stroud e Mast: un giro di chitarra su cui si modella e stratifica il resto, un tassello per volta, che si affloscia per poi ripartire in un reprise in crescendo, carico ma ben dosato, mai stucchevole.
Aggiustando il tiro in equilibrio sapiente tra esperimenti e orecchiabilità ammiccante, i Ratatat di questo decennio ampliano il target e sembrano avere in serbo molto altro ancora da dire.

Tracce consigliate: Nightclub Amnesia, Rome