In questi ultimi tempi si è vissuto un ritorno di band surf rock/garage, prendete i FIDLAR. Il loro album omonimo non vuole lasciarvi nulla, ma farvi divertire e fornirvi pane per il vostro cazzeggio pomeridiano o serale che sia. I Parquet Courts rientrano in questa categoria ma il loro approccio fin dal primo ascolto è molto più marcatamente post-punk.

Non che ci siano bassi a tirar su i pezzi ma più che la struttura dei pezzi, l’attitudine. Esempio più chiaro è il modo di cantare di Andrew Savage, giovanotto newyorkese dai capelli crespi, il tipico americano medio. La prima somiglianza che mi è venuta in mente è stata con Mark E.Smith, storico frontman dei The Fall. Non è per nulla eccessivo, entrambi sembrano scazzati e pigri appoggiano le parole sulle chitarre aggressive e distorte che li sostengono. Quasi parlano, raccontano storie.

Poi non ha importanza se Andrew racconta solo di essere affamato e fatto (Stoned And Starving), il risultato è comunque ottimo. La differenza maggiore è tra le atmosfere generate da queste due band. Se gli inglesi vi danno uno scenario scuro e fumoso, questi quattro newyorkesi offrono la base giusta per un live pieno di birra, sudore e divertimento.

Pezzi come Borrowed Time con le sue pause e titolo ricordato di frequente si pianta facilmente in testa e dopo pochi secondi ti ritrovi con una birra in mano e pantaloncini corti mentre la canti in faccia alla band.

In Light Up Gold il tema fondamentale è la pigrizia, la stanchezza e quando non ci sono queste due ma c’è la birra, il divertimento. Master Of My Craft è un po’ il manifesto dell’album. I didn’t come here to dream or teach the world things,define paradigms, or curate no livin’ days, with high thread counts and staircases high.

L’album vuole quindi essere un piacevole passatempo per gli ascoltatori. Il tipo di suoni è irrimediabilmente influenzato dalla città in cui i Parquet Courts, NYC, ma forse più che in altri casi è meglio dire il quartiere.Brooklyn. La zona artistica di New York. Dico artistica poiché dalle strade di Brooklyn è uscito un gran numero di attori, musicisti, atleti (e criminali). Qualche nome: Heath Ledger, The Notorious BIG, Iggy Pop, Michael Jordan.

E quando ti trovi a vivere in una comunità così culturalmente ricca il risultato sono band come loro, ragazzi a modo (qui una foto tutti insieme) capaci di buoni/ottimi lavori ma mai eccessivamente pesanti. Fossero stati di Manhattan, magari si sarebbero dati allo shopping insieme a quelle vecchie galline di Sex And The City.

Invece per fortuna ci hanno regalato Light Up Gold, album must per le vostre playlist. Che si chiamino “Cazzeggio” o “Post-Sbronza” i Parquet Courts sapranno comunque riportarvi il sorriso (sta cosa fa molto ricerche benefiche, 30 ore per la vita ma ci stava).

Tracce consigliate: Borrowed Time, Stoned And Starving.