1-owen-pallettAnno: 2014
Etichetta: Domino

Simile a:
St. Vincent – St. Vincent 
Beirut – The Rip Tide
Patrick Wolf – The Bachelor

La notizia di un’imminente nuova fatica di Owen Pallett è sempre un lieto evento. Perché diciamocelo, Owen Pallett è un figo: polistrumentista, in particolare raffinato violinista, stimato nell’ambiente tanto da aver collaborato spesso con band del calibro di Beirut ed Arcade Fire. Con quest’ultimi poi, proprio ultimamente, ha curato la colonna sonora di uno dei film più peculiari degli ultimi anni: Her di Spike Jonze. Da non sottovalutare poi, per i più nerd di noi, il suo amore per il fantasy (da qui anche il suo precedente pseudonimo Final Fantasy) testimoniato anche dal fatto che i suoi brani, spesso, ricordano le atmosfere delle colonne sonore dei più classici Gdr.

Spetta quindi al nuovo album, In Conflict, il difficile compito di confrontarsi con la pesante eredità lasciata dal precedessore Heartland, gioiellino pop di rara classe. In prima battuta notiamo subito un miglioramento: la copertina, che nel precedente era davvero inguardabile. Comunque a parte le cazzate, iniziando ad ascoltare In Conflict ci accorgiamo subito che non è la copia di Heartland, e questo fa piacere, perché è molto diffusa l’abitudine quando si fa un album di un certo livello, di cadere nella tentazione di emularlo, spesso facendo disastri, per mancanza di coraggio o minima voglia di evoluzione personale.
Owen in questo invece sembra impegnarsi, nonostante il suo stile rimanga ben marcato e sia già molto efficace di suo: testimone di ciò la presenza di Sua Santità Brian Eno, a volte più decisa, a volte più in ombra, ma sempre viva. I contenuti in particolare sono mutati: al posto di storie incantate e personaggi immaginari troviamo un Owen molto più intimo ed aperto che ci racconta, finalmente, qualcosa di sé in prima persona. Per quanto riguarda il lato prettamente musicale già dalla prima canzone, I Am Not Afraid, ci accorgiamo di un certo cambiamento: il brano inizia con una raffica di archi ma a metà ci imbattiamo in un intramezzo di drum synth e piano che ci spiazza anche un po’. Synth che diventa ancor più protagonista già dalla seconda, nonché title-track, In Conflict e nei loop di Song For Five and Six. Proseguendo ci troviamo al cospetto, tra le altre, della tipica maestosità Pallettiana in Chorale e di The Passions dove vengono citati i The Smiths, anche se probabilmente è il più debole del lotto. In The Riverbered la mano di Eno – e l’atmosfera – si fa pesante  e vediamo Owen all’opera in territori non propriamente suoi, dimostrando di sapersela cavare egregiamente.
Che fare poi per concludere, se non parlare  degli arrangiamenti sempre sinuosi, impeccabili, resi più originali che mai dai synth e dal tocco di Eno, anche se forse il sontuoso Heartland non viene mai superato. Impossibile non spendere due parole anche sulle linee vocali, di una qualità notevole, con il timbro ovattato che sembra appartenere ad altri mondi e i falsetti sempre al loro posto.

E’ tutto molto bello insomma, Mr. Pallett è un artista coi controcazzi e anche a questo giro ha dato lezioni su come fare musica con eleganza e raffinatezza. Fare un pop barocco e carico, ma non stucchevole e pomposo, è possibile, ma non tutti possono permetterselo, non tutti sono fighi come Owen Pallet. E noi gli vogliamo un gran bene!

Tracce consigliate:   Song For Five and SixOn a Path