For Now I Am Winter dice Ólafur Arnalds, ma lo sappiamo tutti che lui inverno non lo è solo “per adesso”, il figlio delle terre glaciali d’Islanda l’inverno ce l’ha dentro. Nel corso della sua carriera ci ha infatti insegnato che non si tratta di quel freddo asettico che ti priva delle emozioni, lui se lo porta in giro fieramente e lo mette in musica, è come se questo gelo gli permettesse di guardare dentro alle cose, con più calma, con più consapevolezza.
In questo lavoro condivide le sensazioni invernali e si lascia accompagnare da Arnór Dan Arnarson, che non solo collabora alla produzione, ma in cinque tracce su dodici presta anche la sua voce cristallina.
Il disco parte bene e ci catapulta subito nei paesaggi freddi del nord attraverso quella new-classical strumentale tanto cara all’artista, quella tutta archi, pianoforte e crescendo accompagnati spesso da percussioni elettroniche; ci lasciamo così cullare dal piano di Words Of Amber e sugli archi di Hands, Be Still, mentre il climax di Only The Winds sembra provenire direttamente dai migliori momenti di …And They Escaped The Weight Of Darkness. In This Place Was A Shelter poi le viole e i violini si adagiano soavemente sull’irruenza dell’elettronica e del violoncello, stemperata poi dal pulviscolo della successiva Carry Me Anew.
Sembrerebbe solo un nuovo episodio nella prolifica discografia di Arnalds, ma la novità sta tutta nei pezzi in cui Arnór Dan presta la sua voce alla causa, senza voler sovrastare la musica ma semplicemente accostandovisi, elevando l’ambient-classic delle basi sino a un electronic-pop convincente e di ottima fattura, insinuando nei pezzi nuova linfa vitale (Reclaim, Old Skin).
La primavera è alle porte, ascoltatelo prima del 20 marzo.
Tracce consigliate: Reclaim, Old Skin