Leggiamo direttamente dal sito (creato apposta per l’occasione) pianoday.org che Nils Frahm si è praticamente inventato una festività: la giornata mondiale del pianoforte, da celebrare categoricamente l’ottantottesimo giorno dell’anno, come 88 sono i tasti dello strumento.
C’è dell’altro, ovviamente. Alla fine del 2014 (racconta sempre il musicista), scrisse un disco per solo pianoforte, evidentemente questo Solo, e, non riuscendo a trovare l’occasione per pubblicarlo, iniziò a delinearsi questa folle idea nella sua mente.
Succede poi che il disco viene rilasciato a sorpresa e in free-download proprio nel giorno di festività appena istituito, sebbene qualche indizio fosse stato rilasciato sulla sua pagina Facebook, e i server vanno in down a causa dell’elevato numero di download. Un successo, insomma.

In Solo Nils dà sfoggio di maestria, di conoscenza e padronanza dello strumento. C’è la dolcezza nei dilatati e soffici accordi di Ode, Circlin e Chant, tre pezzi che vivono grazie alla loro interazione con l’ambiente, i rumori, il silenzio. Some e la conclusiva Four Hands regalano flessioni ascendenti che suonano come la speranza che in Merry diventa un dolce sorriso. Al contrario Wall è una statica e sinistra cavalcata senza sosta, dieci dita che viaggiano furiosamente sui tasti bianchi e neri, ergendo un vero e proprio muro di suono. E poi il lento divenire dei 10 minuti di Immerse!

Ottantotto tasti, dieci dita, una festività inventata, un cuore, un disco che potrà farvi compagnia durante lo studio, durante le pause, quando state tornando a casa dopo una giornata di lavoro.
Buon Piano Day a tutti.

Tracce consigliate: Ode, Some.