La musica cantautorale, croce e delizia della nostra penisola, ritorna anche stavolta per mano e voce di 4 ragazzi, che vivono a Milano. La città più europea che abbiamo. Così dicono le guide turistiche.

Ma d’europeo questo collettivo, che risponde al nome de L’Orso, in quanto ad affinità sonore ha ben poco. Son tutti suoni che sentivamo parecchi anni fa, con i vecchi cantautori e che oggi ritornano prepotentemente grazie alle nuove leve di cantastorie made in Italy.

Essendo questa la cosiddetta musica d’autore, non poteva che essere pubblicata dalla Label Per Musiche d’Autore, cioè Garrincha Dischi. Personalmente parlando, la Garrincha ha rilasciato qualche album di merda. Per chi ora non sarà soddisfatto dell’appellativo “di merda”, ora io non sono Scaruffi e non ho manco voglia di stare a spiegarvi la mia visione del cosmo Garrincha.

Per fortuna, anche mantenendosi su un sound molto classico, dovuto anche a una formazione e degli strumenti tradizionalissimi come chitarra e basso acustici, percussioni e archi, riescono a farsi piacere anche per la facilità d’ascolto. Piccole e brevi filastrocche o musiche da carillon, che al loro interno nascondo il racconto di situazioni ed esperienze personali. Il modo di raccontare queste storie è però decisamente e doverosamente più moderno dei cantautori di 30-40 anni fa. Ci sono immancabili le citazioni di marchi e luoghi, tutti legati all’immaginario indie degli anni 2000.

Anche il lessico utilizzato è di quel tipo che allontana molti ragazzi dall’ascolto di musica italiana. Quel modo di scrivere che alla domanda perché non ascolti musica italiana- ti senti dire – perché nei testi degli italiani non si capisce un cazzo. In molti casi mi sono trovato d’accordo con questa risposta.

Nel caso de L’Orso, se si proviene da ascolti quasi totalmente anglofoni, ci si deve abituare. Ma lo sforzo non è lo stesso che potreste incontrare nell’ascoltare le liriche del maestro del surrealismo nostrano, il “Dalì de noiartri”, Francesco De Leo (Officina Della Camomilla)  Strutture di pezzi e suoni così semplici hanno dato modo alla band di rilasciare in appena un anno 3 EP (L’adolescente, La provincia, La domenica).

Questo materiale non è stato messo da parte, anzi alcuni dei pezzi, che sono poi i migliori come Baci Dalla Provincia, Invitami Per Un tè (da La Provincia EP), Tornando A Casa, Con I Chilometri Contro (da La Domenica EP), Acne Giovanile, Ottobre Come Settembre (da L’Adolescente EP) sono stati riutilizzati e riarrangiati per il loro primo LP.

Ad affiancare questi pezzi troviamo degli inediti tipo Il Tempo Passa Per Noi, in cui si notano leggere modifiche al sound della band, come un approccio meno percussionistico o più convenzionale alla batteria. La Meglio Gioventù prosegue su questa nuova linea più elettrica degli inediti, che danno a questo LP, la spinta necessaria per non sembrare una semplice raccolta di vecchio materiale.

Insomma sound e tematiche, se conoscevate L’Orso dai suoi EP, è rimasto identico ma con una speranza di cambiamento nel nuovo materiale.
Una comoda raccolta per i vecchi e nuovi fan ed un assaggio de L’Orso del futuro.

Tracce consigliate: Baci Dalla Provincia