Dopo I Cani e Lo Stato Sociale adesso abbiamo questi L’Officina Della Camomerda a farsi portavoce annuale di quel genere che Il Mucchio ha definito sapientemente “indiesfiga” e che davvero non può essere meglio definito. Questo è ahimè, come da titolo, il primo dei due Senontipiacefalostesso con cui L’Offy Della Camo ha scelto di esordire quest’anno.
Lungi da me il fare di tutta l’erba un fascio, ma, per la legge dei grandi numeri, pare proprio che Garrincha Dischi sia la cosa più infausta mai capitata alla musica italiana, con buona pace dell’intero movimento neomelodico, che si dovrà accontentare di un secondo posto. I compagni d’etichetta Lo Stato Sociale compaiono su quella che è la migliore canzone del disco (e fa tremendamente cagare) e non aggiungono molto al sound ricercato dell’Officina Della Camomerda se non una drum machine programmata da un demente e un ritornello carico di significato poetico che fa né più né meno così: “siamo pieni di drogaaaa…” Ma bene.
Ciò che deprime di più di tutta la questione è che questo gruppo adesso inizierà a girare per l’Italia per almeno un annetto, invece di rimanere confinata nella peggior scena milanese, dove ha bazzicato finora e dove dovrebbe bazzicare per sempre. Un annetto di concerti sempre medio-pieni con il 100% dell’audience composta da gente fermamente convinta di essere indie e così disperatamente cogliona da immedesimarsi negli immondi testi di cui è composto l’album. Parliamo di versi ben oltre il limite del becero come “ti bacerei sputandoti una cicca in bocca” o di quella di canzone quasi ska (sì, ska, Cristo Santo) che finisce con una semicitazione dei re dell’indie, gli Slipknot: “tutte le persone sono spaaazzatura”. O ancora, urla a caso come “vecchi di merda!” in quell’inno punk che è Ho Fatto Esplodere Il Mio Condominio Di Merda e già me lo vedo ai loro concerti un branco di dementi con i wayfarer che saltano esaltati perché sono troppo rebel. Ma ‘sti cazzi questi intanto fanno i soldi sulla demenza adolescenziale alternativ. Beati loro, sul serio.
Per il resto domina il nonsense: “la brina nei brancamenta… salpiamo su barca a vela con un giradischi ed una moca”, “il frigorifero è pieno di denti di leone, di quadri con le piante e fette di limone, la voglia di trentino e la fottuta scomparsa del mio gatto”… Leggasi: “non so che cazzo cantare quindi dico puttanate”. Tutte queste stronzate sono ovviamente vomitate da una voce che ad ogni istante accresce sempre di più la voglia di distruggere ogni cosa per la rabbia e l’indignazione.
La band ha comunque un grande, grandissimo pregio che li salva da un voto molto più basso: si è resa conto che faceva troppo cagare e che la situazione poteva migliorare solamente se arruolavano figa. Ne hanno prese due, una delle quali suonava con gli Intercity (a parte gli scherzi, davvero un bel gruppetto) e in un loro video aveva mostrato le zinne:
[FRAME CON LE ZINNE RIMOSSI PER RISPETTO VERSO LA RAGAZZA IN QUESTIONE COMUNQUE SONO PUBBLICI SU YOUTUBE, LA CANZONE SI CHIAMA SMERALDO]
Grazie, bella rossa. Ti voglio bene.
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