Così schifo non fa. Chiariamo, i Klaxons sono nati e morti nello stesso momento in cui la punkaciara è finita, e il successo globale di Myths Of The Near Future continua ad essere un illusorio sogno punk degli anni zero, con l’arroganza di chi è nato nel cyberspazio ed è cresciuto come un illuminato geneticamente modificato che “ti ruba dall’anno 4000”, ma che porta sulla pelle quella special k capace di farti “viaggiare verso l’infinito”, fuori dall’orbita e lontano dalla forza di gravità. Con Surfing The Void i nostri sono tornati sulla terra, si sono guardati intorno, e non c’era da divertirsi, non più.

Ciò che più infastidisce di questi Klaxons in versione laptop è proprio quella kappa: per coerenza andrebbero chiamati Clacsons, ossia gente autorizzata a far caciara, come il tizio che nel traffico proprio non riesce a farne a meno e mostra con piena superbia quel suono roboante, fastidioso, strampalato, ma che a pensarci bene ti ha fatto vincere un Mercury Prize.

Così i nostri sono ripartiti dalla terra verso il nowhere, dal reale verso un fasullo irreale, inserendosi di diritto nella sfera weirdeness stilosa che può coccolare Love Frequency come un figlio: a differenza degli ultimi MGMT, per salvarsi la faccia hanno fatto questo e altro, tipo cercare l’approvazione nipponica grazie ad un limpido e puro nonsense musicale inserito tra il passato dei Pendulum e il passato prossimo dei TNGHT.

Musicalmente oltre all’elettronica pare che abbiano inserito James Murphy nella produzione, ma di costui a parte il nome non c’è traccia, mentre di Erol Alkan ce n’è e come: lui si è occupato di rendere il tutto più tamarro, tanto pare che di regole se ne siano date poche, a parte le tastierine al neon diventate pianoforti danzanti e, oh no, Invisible Forces, impossibile che non ci sia Lykke Li, dai che da un momento all’altro salta fuori, dai che da un momen..oh no, quella è una chitarr..

Ecco di momenti in cui preferiresti che la traccia saltasse ce ne sono abbastanza, soprattutto nella seconda metà di Love Frequency che non lascia scampo ad equivoci, anche perché fino a Children Of The Sun in cui c’è il tocco magistrale di Tom Rowlands dei Chemical Brothers sembrava che la Kaciara avesse preso forma, ma si tratta solo di un brevissimo spot psych tamar noise che in fondo tanto male non è.

Che cosa può essere Love Frequency? Un’idea strampalata che può funzionare. “If you believe in love, then I believe in you, If you believe in truth, there’s nothing we can do”.
È chiara la nota poetica, noi non possiamo farci nulla.

Traccia consigliata: Children Of The Sun