In ogni donna si nasconde un essere naturale e selvaggio, una forza potentissima, formata da istinti, creatività passionale e un sapere ancestrale. Il suo nome è Donna Selvaggia, ma purtroppo identifica una specie gravemente minacciata.

Nel 1992 Clarissa Pinkola Estés, psicanalista specializzata in disturbi post-traumatici, dedica un’opera al lato selvaggio della donna, storicamente soppresso e ormai dimenticato, la cui espressione ritiene condizione necessaria affinché sia possibile vivere pienamente. Donne che corrono coi lupi – questo il titolo dell’opera- è un punto di riferimento all’interno della vita di Kelly Lee Owens, produttrice e DJ gallese con un passato da infermiera: il libro ha avuto su di lei un impatto tale da portarla a intitolare Re-Wild la settima traccia di Inner Song, il suo secondo LP. Re-wilding, ossia l’inselvatichimento, la rinaturalizzazione, è il termine coniato da Clarissa Pinkola Estés per descrivere il processo attraverso cui l’anima di una persona risorge in seguito ad un trauma, nello stesso modo in cui la natura è in grado di trovare autonomamente il proprio equilibrio quando non contaminata.
I 3 anni che hanno portato alla produzione di Inner Song sono stati descritti dalla Owens come i più duri della sua vita: se è vero che l’anima di una donna muore nel momento in cui cessa di esprimere la propria forza creativa, un lungo periodo di improduttività, caratterizzato da ansia, tristezza e incertezza, ha fatto perire una parte della sua.

Inner Song rappresenta la rinascita di Kelly Lee Owens e il risorgere dell’energia creativa che nel 2017 ha generato il suo eccellente album d’esordio, un disco che ha mostrato nitidamente la sua abilità nel muoversi all’interno del genere elettronico spaziando tra techno e dream Pop. I due mondi, apparentemente distonici, coesistono organicamente in Kelly Lee Owens pur non trovando una reale sovrapposizione e sbilanciandosi maggiormente verso una dimensione minimalista, più impersonale, a tratti ambient. Parziale causa si può individuare nel ruolo secondario attribuito alla voce, usata spesso come strumento accessorio, talvolta come canto parlato, creando dei loop, dei mantra, o celata sotto l’effetto del riverbero. È stato necessario l’intervento di Kieran Hebden, aka Four Tet, per convincerla a smettere di nascondere il potenziale della sua voce. È così che in Inner Song troviamo un canto più libero, convinto, coinvolgente, che funge da trait d’union tra l’onirico del dream pop e l’ipnosi della techno, entrambe condizioni che portano ad eliminare qualsiasi pensiero e a perdere il controllo.

Un indizio relativo alla strada artistica che Kelly Lee Owens avrebbe percorso, in seguito alla pubblicazione del primo disco, ci è stato fornito con Luminous Spaces, il rework di Luminous Beings di Jon Hopkins pubblicato alla fine dello scorso anno. La traccia parte lieve e dolce come una ballata in cui tutto sembra ascendere all’unisono, per poi convergere in un’elettrizzante esplosione di energia; non è un caso che la Owens abbia più volte citato Hyperballad di Björk come una delle canzoni che più l’affascinano e che maggiormente ha ispirato le sue scelte produttive. È esattamente in tracce come On e Night che Dream Pop e Techno riescono a coesistere sinergicamente in un percorso magistralmente tracciato dalla Owens, tra piacevoli scalate, accompagnate da un impalpabile e rassicurante crescendo di voce e linee di synth, e vertiginose discese al ritmo martellante della cassa in 4/4.

Il flirt con le composizioni tipicamente Dream Pop trova pieno sfogo all’interno di Inner Song: L.I.N.E è un’elegante ballata agrodolce che narra un amore tossico e la realizzazione che l’essere innamorati non è condizione sufficiente per rimanere all’interno di una relazione (Love Is Not Enough). Wake-Up, traccia conclusiva del disco, dedicata alla dipendenza dai social media che ci impediscono di affrontare problemi ed emozioni, suona delicata come un sogno lucido guidato dalla voce rassicurante della Owens e da synth leggeri come archi.

La recente crescita di Kelly Lee Owens è evidente anche nelle tracce pensate per il club, già efficaci in tutta la loro essenzialità nell’album d’esordio: se nel disco omonimo i loop vorticosi sembravano ripetersi perpetuamente, in Inner Song la Owens tesse gli strumenti in un intreccio più complesso ma estremamente bilanciato, senza rendere le produzioni troppo dense. In Melt! riesce a donare fisicità ad una traccia nata per porre attenzione sul cambiamento climatico. La produzione, che utilizza dei sample tratti dal suono dei ghiacciai che si sciolgono e di persone che pattinano sul ghiaccio, è incalzante e percepibile materialmente, come l’acqua di una cascata, un processo travolgente e irreversibile proprio come lo scioglimento dei ghiacciai. Jeanette, dedicata alla nonna, è una traccia frenetica, iperattiva, eccitante, fatta di arpeggi in loop che suonano come una celebrazione della vita e reminiscente del migliore Four Tet.

Che Inner Song sia un album radicato nei sentimenti e nella vita di Kelly Lee Owens è facilmente intuibile. Oltre a trattare le già citate tematiche ambientali e psicologiche, la Owens trae ispirazione dal suo stesso passato: l’amore per i Radiohead e i suoi trascorsi in una rock band sono presenti nell’opener Arpeggi, cover in chiave elettronica di Weird Fishes/Arpeggi, mentre le sue origini gallesi vengono celebrate in Corner Of My Sky, una collaborazione prestigiosa con John Cale (Velvet Underground), unico guest artist del disco. Il leggendario musicista, accompagnato da droni, racconta la storia del Galles in un componimento che ha più del poetico che del musicale.

Solo lasciandosi andare, guardando dentro di sé, analizzando il proprio dolore e le proprie paure, vivendo le emozioni a pieno senza sopprimerle, Kelly Lee Owens è riuscita a ritrovare la Donna Selvaggia che vive in lei. In un 2020 segnato da avvenimenti che hanno impattato le nostre vite come nient’altro prima d’ora, Inner Song è un album che ci invita a riflettere e ad entrare in intimità con i nostri sentimenti, a percepire quel canto interiore che troppo spesso rimane inascoltato.

Tracce consigliate: On, Jeanette, L.I.N.E.