Una cover che sembra disegnata a mano, un cuore stilizzato, titolo e nome in stampatello. Così si presenta il primo album solista di Karen O, che si prende in questo modo una pausa dalla caciara rock degli Yeah Yeah Yeahs per dedicarsi, guarda un po’, ad un progetto folk particolarmente intimista e underproduced. Non una scelta particolarmente originale di questi tempi ma solo qualche mese fa Moon Song, il duetto con Ezra Koenig per la colonna sonora di Her, aveva colpito positivamente parecchi ascoltatori. E oggi è impossibile non vederlo come un precursore dello stile adottato qui.

In Crush Songs i toni si abbassano ancora di più, la registrazione raggiunge livelli quasi amatoriali. Le quindici tracce non raggiungono nemmeno i trenta minuti complessivi di durata e non so bene se accettare questi fatti come una dichiarazione di schiettezza e onestà o come un’astuta marchetta e pure sbrigativa. Propenderei per la seconda, con po’ di malizia

Le cartucce più interessanti vengono sparate troppo rapidamente: Ooo è quello che avrebbe probabilmente dovuto essere l’intero album, così anche Rapt. Brevi, agrodolci, incisive senza mordere troppo. Invece basta procedere con l’ascolto per trovarsi di fronte alla secchezza sterile di Visits cui fa da contraltare la successiva Beast, eterea al punto di essere sfuggente, impalpabile, quasi nulla. La qualità generale non migliora granché trovando qualche breve appiglio fortunato in NYC Baby, Day Go By e Indian Summer (cover dei Doors).

Consumata rapidamente la sveltina adolescenziale di Karen O resta un sapore amaro in bocca che non è quello della saliva del limone in copertina. Cosa rimane? Qualche pezzo molto carino, Rapt con il suo inestricabile tira e molla amoroso (“Love is soft, love’s a fucking bitch“), gli strilli isterici che emergono dalla quiete bucolica di Body King, linee di chitarra decentemente ispirate qua e là. Veramente poco altro. Da semplice ed essenziale, Crush Songs diventa troppo spesso monocorde, le melodie rimangono abbozzate e una ricorrente sensazione di vorrei ma non posso. Con buona pace di questa nota all’album, se cercate un album con il quale fare i preliminari in camporella questo autunno, rivolgetevi altrove.

Traccia consigliata: Rapt.