Una sola domanda che resterà forse senza risposta: perché tanto dolore?
All’annuncio di un nuovo album di Julian Casablancas, accompagnato dagli sconosciuti The Voidz, la massa indie avrà avuto un sussulto emozionato. Cosa aspettarsi? Rock ispirato ai primi anni 2000 come ne abbiamo già visto negli ultimi tempi? Un tentativo di riciclare le idee dei The Strokes? Un album un po’ dark e new wave in stile primi Editors (vedi cover vampiresca)?
Per fortuna niente di tutto questo. Purtroppo, molto peggio.

Tyranny è uno scherzo riuscito male. Stilisticamente si localizza fra una band darkwave anni 80 ma con un sacco di pretese nel campo industrial e un clone del filone noise/garage rock à la Japandroids: in ogni caso ci troviamo di fronte a ben sei persone delle quali nemmeno una ha le idee chiare su cosa stia facendo e quale sia lo scopo del loro lavoro. Lavoro registrato volontariamente malissimo, stile registrazione in presa diretta in uno scantinato umido.
Per avere un assaggio basta ascoltare  l’esordio, un bel singolo da 11 minuti. Human Sadness è uno stillicidio di vocal distorte e alterate, rumorismo inserito a cazzo e un demenziale macello strumentale che occupa quasi un terzo della canzone, veramente degno di nota. La melodia, accennata all’inizio e alla fine più dalla voce che dagli strumenti, farebbe pensare che lo scopo fosse quello di prendere la forma canzone pop e trasformarla in qualcosa di altro. Esperimento riuscitissimo, peccato che il qualcosa sia merda. Anzi no: esperimento non riuscito per niente, perché Human Sadness non evolve un bel niente, non diventa niente altro di diverso che una canzone pop troppo lunga e troppo fastidiosa per essere ricordata piacevolmente. Il rumore, il caos, le distorsioni sono solo una maschera patetica che giusto ai non avvezzi al genere potrà fare scappare un’esclamazione di stupore più o meno ammirato. Wow è così alternativo!
Jonah Von Bronx e Father Electricity condividono un identico dramma: non si capisce da dove nascano nè dove finiscano, rimangono un’accozzaglia di suoni confusionari dove più che mancare un songwriting all’altezza dell’ambizione manca direttamente una logica compositiva a imporre la direzione.
Take Me in Your Army è un’altra presa per il culo di bassissimo livello: suoni del livello di una tastierina MIDI fanno da tappeto ai lamenti di un uomo palesemente fuori strada, diretto a tutta velocità verso un burrone mentre cerca di convincere il passeggero (l’ascoltatore) del contrario. E ancora un altro buco nell’acqua con Nintendo Blood che sembra i Crystal Castles più casinisti senza il carisma erotico-anfetaminico di Alice.
Qualcosa di meglio arriva con Business Dog e M.A.D. , brani lo-fi faciloni e chiassosi che almeno riescono a coinvolgere l’orecchio, complice anche la breve durata di entrambi. In Business Dog, però, due frasi rivelano forse inconsciamente tutta l’anima del progetto: “I love being weird/It’s so weird“. Sembra quasi di vedere un ragazzino che disegna cazzi sul banco di scuola con un ghigno carico d’orgoglio in faccia. Ecco questa è l’immagine che mi trasmette Tyranny: un album che, non penso di sbagliarmi, definirei il prodotto di un ego troppo sviluppato attorniato da cinque tizi che altro non hanno fatto se non assecondarlo in una discesa all’inferno.

Non ci sono menate artistiche che tengano e nemmeno si può tentare di vestire questo progetto con pretese d’avanguardismo, sperimentalità, originalità. Non c’è nulla di nuovo, non c’è nulla di interessante e se ritenete che questo lavoro sia anche solo dignitoso, vi consiglio (senza spocchia) di cercare nel magico, vasto mondo del noise rock e di trovare per cortesia qualcosa di meglio. Qualcosa che non avrà il nome Julian Casablancas scritto sulla copertina, ma una dignità e un’artisticità aggressiva non posticcia sì. Se dopo ascolti migliori, ancora pensate bene di Tyranny è consigliabile un TSO. Si scherza o forse no lobotomia subito!
Cosa succede se un artista celebre per una carriera improntata ad un rock facilmente abbordabile e commerciabile cerca di dare una netta svolta sperimentale al proprio stile? Questo. Aridatece Luigi Russolo.

Traccia consigliata: Business Dog.