Uno di quei casi in cui, parlando del secondo album di una band, fare confronti con lo stereotipatamente “inarrivabile” album d’esordio è inevitabile. Dopo il debutto fulminante che era stato New Brigade, con You’re Nothing gli Iceage non deludono le aspettative di chi era già stato stregato e anzi si preparano ad allargare ancora il loro pubblico di fedeli, grazie al passaggio alla Matador (ben più risonante della precedente What’s Your Rupture?).

Già il titolo dell’album (e della traccia di chiusura) è una dichiarazione d’intenti, con la sua netta contrapposizione allo slogan che era You’re Blessed, traccia di chiusura dell’album precedente: e infatti se nel debut avevamo un post punk da cazzo duro imbastardito con una violenza post hardcore da cazzo ancora più duro, qui la formula evolve (o involve?) a un livello così primordiale e brutale (e da cazzo ulteriormente duro) da offuscare il prefisso “post” alla parola “punk” (Burning Hand, Wounded Hearts), arrivando a toccare tinte sempre più oscure (Awake, Everything Drifts).

Malgrado le apparenze, comunque, la sincera e feroce spensieratezza di alcuni episodi di New Brigade sopravvive alle tenebre (Rodfæstet), come pure le sue possibili accezioni al confine col malinconico, che cercano qui di essere recuperate nella magnetica Morals, non sminuendo l’effettiva potenza della formula globale.
Considerati i lavori pregressi e la giovanissima età dei membri della band, una svolta così dark era il minimo che ci si poteva aspettare da una loro maturazione. Si parla ovviamente di maturazione personale, perché quella artistica è ancora lontana, e per fortuna: la loro acerbità è il loro miglior pregio.

Ciò che manca fin qui a consacrare You’re Nothing come uno dei migliori album dell’anno è una certa componente anthemica che ogni categoria e sottocategoria di punk dovrebbe avere. La citiamo alla fine solo perché la presenza di questa componente nell’album è così scontata da essere la prima cosa che si nota. Anzi l’album ne è proprio racchiuso: dall’apertura con la malata Ecstasy (“Pressure Pressure Oh God No!”) e la supersonica Coalition (“Exceeesss!!!”) fino alla chiusura devastante con You’re Nothing, gli Iceage consegnano un altro mezzo capolavoro di rabbia, sporcizia e spavalderia, che sale sempre di più. Impossibile non farsi travolgere da tanta fighezza.

Tracce consigliate: Ecstasy, Coalition, You’re Nothing.