I Fucked Up sono la spugna dell’hardcore punk: con quattro album all’attivo e una serie sterminata di uscite collaterali hanno toccato più o meno tutte le sponde raggiungibili dal rock chitarristico, dal prog al noise, passando per la rock opera e il blues.

Il copione è quello tipico di altre band che sono state in grado di evolversi nel corso degli anni: in principio fu l’hc di bandiera (Hidden World, ma soprattutto il grandioso The Chemistry of Common Life le cui stratificazioni di chitarre lasciavano già presagire altre sorprese); le cose iniziano a cambiare gradualmente, pare sotto l’ispirata influenza di tale David Eliade, che è un po’ il loro Casaleggio. A differenza di altri progetti affini, AbrahamHaliechuk e soci dimostrano uno spiccato interesse per il lato visivo-estetico della band, che coltivano con le velate allusioni ai regimi totalitari ma anche con le grafiche di copertina e i rimandi a simbologie classiche. 

In effetti la loro peculiarità sta tutta nell’effetto straniante dato dal contrasto eleganza/primitivismo, che per quanto riguarda la dimensione live corrisponde a vedere Abraham agitarsi sul palco come un orso o un orco mentre canta di amori perduti. 

L’ultimo lavoro Glass Boys è in due parole un album epico e solare.
Epico in quanto giunti alla maturità non solo artistica ma anche umana i cinque artisti suonano come se si trovassero al di sopra di loro stessi e stessero osservando la loro carriera da un nuovo punto di vista, la voce sempre avvolgente di Damian sembra recitare degli inni misteriosi e ci si chiede dove finisca l’agitatore sociale e inizi il padre di famiglia. Voglio dire, quale gruppo punk scriverebbe oggi cose come “Forever sacred diamond eyes look through me” o “Waves of flesh and honey kiss. Roman bodies, artifice” (Sun Glass) ?
Solare perché ogni brano sembra a modo suo illuminato, senza che ciò possa intaccare la sacrosanta dose di rabbia. Canzoni veramente riuscite come The Art of Patrons o Paper the House sono emblematiche di questo approccio: attraverso la catarsi delle movenze animalesche i Fucked Up sono in grado di trasformare l’odio e le difficoltà della vita quotidiana in qualcosa di luccicante.
Se questo non vi bastasse, The Great Divide suona quasi shoegaze mentre il pianoforte con cui si chiude Glass Boys e l’album tutto lascia davvero l’impressione di trovarsi di fronte ad un fenomeno tanto atipico quanto di bellezza rara.

Tracce consigliate: Sun Glass, Paper the House