19 Febbraio 2015. Una normale e monotona giornata invernale viene sconvolta da un evento improvviso: sulla pagina facebook dei Blur appare un countdown. Su internet l’hype sale alle stelle e di lì a poco parte una diretta streaming ,in cui la band annuncia il nuovo album, dopo la bellezza di 12 anni.
É infatti passata ormai un’eternità da quella gemma che fu Think Thank: delizia ma pure croce, perché sancì l’addio del chitarrista Graham Coxon, leader artistico del gruppo insieme a Damon Albarn, e il conseguente scioglimento del gruppo.
Dimentica tutto in fretta Albarn che non se ne resta certo con le mani in mano, ma anzi da libero sfogo al suo genio creativo: fonda i Gorillaz, band multimediale che riscuote un successo enorme, registra un disco con altri musicisti affermati sotto il nome di The Good, The Bad and The Queen e, partorisce, di recente, un ottimo esordio da solista. D’altro canto Coxon non ha la stessa fortuna: tenta di fare qualcosa in proprio, ma riscuote poco successo e pare che, più che altro, gli anni successivi alla separazione siano stati caratterizzati da seri problemi di alcolismo.
Nel mezzo un’inaspettata reunion ad Hyde Park nel 2009, ma è nel 2012, sempre con un concerto nel celebre parco, che partono le fantasie dei fans, alimentate da un inedito, Under the Westway. Sembra fatta insomma per il nuovo album, ma il tempo passa e del disco nessuna notizia. Fino al Febbraio scorso, appunto.

La leggenda narra che sia stato proprio Coxon a spingere per lavorare sul nuovo materiale e che Damon nicchiasse, causa la scarsa ispirazione. Ispirazione  però poi trovata (come si evince dalla copertina e da alcuni brani) durante il tuor orientale. Sempre la leggenda dice che il tutto sia stato registrato in 4-5 giorni ad Hong Kong.
Il singolo Go Out ricorda i primi Blur (Girls & Boys docet) ed è fortemente coxoniano, così come il sound grezzo ma catchy di Lonesome Street. New Worl Tower sembre uscita da The Good, The Bad and The Queen: chiari i riferimenti ad Hong Kong ed il disagio di Damon, sempre più infognato con ideali ambientalisti. Recentemente, Mr. Albarn, ha dichiarato di essere infastidito dalla scena musicale attuale, in cui tutti parlano di sé stessi, scordandosi di problematiche più serie che attanagliano il mondo.
Discorso un po’ retorico e che lascia il tempo che trova (ognuno parlerà di che cazzo vuole?) ma che chiaramente influisce molto sul songwriting. In Too Many of Us ad esempio si parla di sovrappopolazione (probabilmente avendo sempre in mente le densità di città come Hong Kong, appunto) e, sempre prendendo spunto dall’oriente, in Pyongyang si critica il regime che opprime l’omonima capitale della Corea del Nord, da lui stesso visitata. Troviamo molto della malinconia di Everyday Robots nel clima da fine del mondo di Thought I Was a Spaceman (l’episodio più riuscito probabilmente) ma soprattutto in My Terracotta Heart. Ritroviamo i Blur più cazzoni nella dimenticabile Ice Cream Man e in I Broadcast, in cui si prende di mira la tecnologia, colpevole di essere sempre più invadente nella vita dell’uomo.

L’impressione che ci lascia The Magic Whip è quella di un lavoro abbastanza tirato via, o comunque non curato come si deve (e beh in 5 giorni che t’aspettavi?) Dire che è un completo fiasco è però essere troppo severi: l’album è per larghi tratti godibile, anche se forse manca di un momento particolarmente catartico. Sarà che, con quella voce, Damon, potrebbe far risultare piacevoli pure le ballad latino americane, non so, ma tanto basta per non essere bocciato. Va comunque tenuto di conto che dai Blur, in molti (chi scrive in primis) si aspettavano uno degli album dell’anno e questo probabilmente ne condiziona il giudizio, anche pesantemente (abituati a 13 o lo stesso Think Thank).
L’aspetto più brutto però, è l’amara sensazione che ci lascia questo lavoro: per garantirci il loro massimo, Mr. Gorillaz e Coxon, dovranno probabilmente separarsi definitivamente. Evidente come non abbiano più una  visione comune della musica e in particolare, Damon, appare decisamente più a suo agio in altri progetti, ormai.
Nel bene e nel male però, una certezza: sarà sempre emozionante vederli sul palco tutti insieme.

Traccia consigliata: Thought I Was a Spaceman