Cari Blonde Redhead, più che recensirvi mi piacerebbe parlarvi col cuore perchè sono un italiano, un italiano vero ed essendo voi per 2/3 connazionali spero abbiate voglia di ascoltarmi.
Sapete cosa c’è? C’è che sembrate un po’ sottotono ultimamente, ma forse sono solo io il problema.
Non per dire eh, ma una volta presa la consapevolezza dei vostri mezzi mi avete abituato a dischi come Melody of Certain Damaged Lemons, Misery Is a Butterfly e 23.
Sono passati sette anni ormai (non che Penny Sparkle sia da buttare per carità, carino, un po’ gracile a mio avviso) ed ora? Sembra che non abbiate più molta voglia di fare musica e per me, che vi ho sempre stimato tanto, questo disco in cui riponevo delle aspettative non indifferenti si è rivelato un disco dal quale prenderò molto poco.
Certo che sembra proprio che non vada bene un cazzo, prima le critiche per la troppa somiglianza ai baluardi dello shoegaze, adesso che avete preso la vostra direzione vi criticano perché fate poco shoegaze.
Dall’annuncio del titolo dell’album mi aspettavo già un miscellaneo di generi musicali, d’altronde l’architetto messicano Luis Ramiro Barragán Morfín era famoso per il contrasto cromatico contrapposto alla linearità degli edifici che realizzava.
I brani del disco sono lineari, anche troppo, e la differenza di stile tra l’uno e l’altro immensa.
Perdonatemi ma credo ancora nella coerenza stilistica, soprattutto per quanto riguarda un’arte che ha molto meno da essere decifrata rispetto alle arti visive; va semplicemente assimilata e questi accostamenti forzati non hanno per nulla giovato al vostro prodotto.
Dripping l’ho trovata bella ad esempio, in pieno stile Caribou che tutto sommato non è una cosa che vi appartiene, ma è riuscita bene. Lady M è eterea, molto piacevole e poi quella parte ritmica… eccezionale.
La vera bomba è The One I Love con un crescendo spaventoso, non so neanche come commentarla perché non ha assolutamente niente fuori posto. Mi piace anche quando tornate a quei riff à la My Bloody Valentine come in No More Honey.
Per il resto cosa dovrei dire? Niente di entusiasmante; magari a voi (e a tanti altri) non farà né caldo né freddo ma a me dispiace.

4 su 10 non è una buona media per artisti con esperienza ventennale come la vostra.
Ribadisco, più che un accostamento di stili differenti con un filo conduttore unitario, mi è parso un album svogliato e tirato su con idee nate in periodi diversi, in luoghi diversi e diametralmente opposte tra loro.
Spero accogliate questa sorta di sfogo e questo voto insufficiente come uno spronarvi a fare di più, ma molto più probabilmente non ve ne importerà un cazzo. Grazie e arrivederci.

Traccia consigliata: The One I Love.