Si scrive Kranky ma, per quanto mi riguarda, il più delle volte si legge amore. Per Shakespeare l’amore veniva dimostrato ed esternato al massimo grado attraverso la forma del sonetto: un uomo non poteva dire di amare veramente una donna se non aveva mai scritto (o fatto scrivere) un sonetto per lei. Thomas Meluch, in arte Benoît Pioulard, scrive il suo personalissimo Sonnet, ma a chi sia dedicato non ci è dato saperlo.

Le 14 tracce sono i 14 versi del componimento, le musiche la concretizzazione dell’’idea. Niente parole, niente canzoni; non sono indispensabili per raccontare una storia. Il paradisiaco volteggiare di Of Everything That Rhymes, con incursioni vocali che si amalgamano al tappeto sonoro, colpisce più di qualsiasi rima vera e propria. An Image Apart From Ourselves, invece, trasuda consapevole malinconia, mentre Upon The Break Arch è lo sforzo dell’elevamento, che fallisce e inchioda i piedi per terra, come sempre, come nella magnifica Shut-Ins On Sunday See. Alcune volte le distorsioni si fanno preponderanti (As Would A Weaver, So Etched In Memory), altre la voce ci sussurra parole vere e proprie (A Shade Of Celadon), altre ancora il minutaggio si allunga (lo statico divenire dei sette minuti di The Very Edge Of Its Flame), ma la sensazione è di rimanere lì esattamente dove siamo, non ci spostiamo di un centimetro. La sorpresa è però la quantità di visioni, seppur sfuocate, che ci balenano davanti agli occhi, attirate allo scoperto dai droni e dagli ambienti.

Al di là della componente emozionale, Sonnet ha anche il grande pregio di suonare analogico, non solo nella realizzazione (nessuna incursione elettronica è rintracciabile), ma anche e soprattutto nella registrazione e nella resa sonora. Thomas agisce proprio come un ragazzino che attacca la chitarra in camera sua, sperimentando sinceramente e curiosamente con i pedalini e gli effetti.
Le tracce si compenetrano, Sonnet è un fluire continuo tra metafore, rime incrociate e alternate, sinestesie, ossimori. Cosa ci volesse dire Benoît Pioulard non lo sapremo mai, ma sarà facile e piacevole trovare un significato diverso per ogni ascolto.

Tracce consigliate: Of Everything That Rhymes, Shut-Ins On Sunday See