Difficile circoscrivere alle mere parole i lavori di chi, come Matthew Cooper alias Eluvium, affida tutte le sue emozioni alla musica.
Nightmare Ending si presenta come un doppio album in cui confluiscono tutti gli elementi dei sei predecessori, ma che ancora riesce ad emozionare come pochi altri. E anzi è forse proprio la consapevolezza di aver consolidato un sound personale e sconvolgente per emotività che guida Eluvium in un processo compositivo libero, senza premura né urgenza, i cui risultati sono pezzi d’anima del compositore stesso. Nel momento esperienziale avviene poi il passaggio ideale del testimone, da fautore a fruitore, secondo cui l’ascoltatore fa sua ogni singola nota scritta nel pentagramma.
I clangori e il pianoforte di Don’t Get Any Closer aprono l’album e aprono anche il cuore con una facilità disarmante, così come la chitarra che soccombe dolcemente sotto i riverberi di Chime. Si procede poi tra droni sognanti e riverberi, rumorismi, climax sintetici e pianoforti cristallini. Oltre all’opener spiccano Envenom Mettle, Covered In Writing e la conclusiva Happiness con la partecipazione di Ira Kaplan (Yo La Tengo) alla voce.
Ogni cosa è al suo posto, niente di più e niente di meno se non un’esperienza sonora cui abbandonarsi totalmente.
Nightmare Ending veicola un susseguirsi di emozioni che sembrano davvero succedere il termine di un incubo, come l’urlo che ci risveglia con paura, ma che presto si tramuta in sospiro di sollievo nel nuovo abbraccio con la realtà.
Tracce consigliate: Don’t Get Any Closer, Covered In Writing.