Per introdurre At.Long.Last.A$AP il nuovo album di A$AP Rocky vorrei usare un paio di citazioni del suo autore a riguardo. La prima a proposito di ciò che lo ha ispirato, “Michèle Lamy, my relationship status, my social status, Danger Mouse, just my life, my current situation with A$AP. And drugs“. Questo dà un’idea di quelle che sono le tematiche del disco, stese così in ordine, semplicemente. La seconda è in un’intervista in cui Rocky parla, tra le tante cose, di quello che sarà il suo disco e di come è stato concepito, registrato. L’idea è stata quella di ritirarsi a Londra, staccare da tutto, e fare qualcosa che fosse diverso dal resto, dal suo album precedente, che raccontasse chi e cosa fosse A$AP Rocky. Niente di nuovo in effetti, lo si sente dire praticamente da chiunque ormai, soprattutto considerando che lui stesso aveva definito LONG.LIVE.A$AP come l’album della maturità (Wild for the night, PMW, F**kin’ Problems, va be’) e quindi lo si potrebbe escludere dalla lista delle persone affidabili, eppure.

Scorrendo le produzioni ci si accorge subito della presenza massiccia di Danger Mouse e dello stesso A$AP Rocky, sotto lo pseudonimo di LORD FLACKO, (e dell’assenza di Skrillex), il che significa innanzitutto una certa virata nei suoni delle strumentali, che sono molto più elaborate e piene di sample – Holy Ghost ed Everyday sono fantastiche, impossibili da non citare. Quasi nessuna si può definire semplicemente trap, neanche le più tamarre Lord Pretty Flacko Jodye 2 e M’$ con Lil Wayne, alcune addirittura, Wavybone, Better things, sono smaccatamente vecchia scuola, anche se Rocky comunque ci sta sopra a modo suo, ed è questa la cosa più interessante. Rakim Mayers non ha il flow definitivo o testi di chissà quale spessore (per quanto, ancora, i testi di quest’album restituiscano un rapper di molto superiore al Rocky dei due L.L.A.), ma rappa in un modo che gli è proprio e funziona: basti vedere quello che viene fuori da Excuse Me, o la prima strofa di Max B, i giochi di voce in Canal St. e la brevissima perla JD (mettere in repeat per sempre). In generale Rocky se la cava bene in tutte le tracce, regalando anche delle sorprese come L$D, pezzo lentissimo e cantatissimo che si assorbe dopo qualche ascolto – cioè, ti può anche piacere al primo, ma comunque non sembra suo, ecco.

Quali sono i difetti? Il primo e imperdonabile è l’assenza di A$AP Ferg, una strumentale come quella di Electric Body lo richiedeva a gran voce; poi ci sono un paio di feat. non troppo azzeccati (M.I.A. fa un bridge a caso, neanche carino, Bun B attacca con “Get money is the main reason most people wake up“, temino delle elementari, e a Kanye West gli si vuole un mare di bene ma a ‘sto giro proprio no) e poi basta, c’è davvero poco altro da recriminare e niente che valga la pena citare. Da brividi invece il finale con la partecipazione di Yasiin Bey (Mos Def, sì) e il discorso di A$AP Yams per concludere. Yams è morto il diciotto gennaio di quest’anno e, sentendone la voce, dopo i sessanta minuti e oltre di A.L.L.A., non si può non pensare che negli ultimi tempi A$AP Rocky abbia imparato qualcosa dalla vita, qualcosa che sia riuscito a renderlo anche un artista migliore.

Tracce consigliate: Excuse Me, Max B, Pharsyde