Gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, we. Gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, G. Gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, groove. Gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, gangsta, Q. Knock, knock, knock, knock, knock, uhh (gangsta shit, gangsta shit). Knock, knock, knock, knock, knock, YAWK (gangsta shit, gangsta shit). Knock, knock, knock, knock, knock, YAWK (gangsta shit, gangsta shit).
Cosa potete aspettarvi da un disco che inizia così?

Schoolboy Q si lancia spavaldo in 12 tracce che affrontano temi tipici dell’hiphop, incarnati in questo Oxymoron (titolo ovviamente non casuale) dalle esperienze vissute dal rapper stesso. Ex spacciatore, tossico, membro di gang di LA e chi più ne ha più ne metta, ora Schoolboy è un padre preoccupato per il futuro della figlioletta (a cui è affidato anche l’incipit parlato del disco, senza contare altre apparizioni) e per la situazione delle strade della città degli angeli. Un personaggio del genere può cambiare? La musica può essere una concreta ancora di salvezza per i ghetto-boys?
Se da una parte i pezzi suonano smaccatamente street, con la cattiveria che trasuda da ogni parola sputata su basi scarne e cupe, dal vago rimando oldschool, dall’altra è Quincey Matthew Hanley in prima persona che parla del suo passato in maniera critica, cercando di allontanarvisi, sforzandosi di essere una persona migliore non tanto per sé, quanto più per la sua bambina (Prescription/Oxymoron). Q non è comunque uno sprovveduto e fa suonare i pezzi moderni ma senza esagerare, attento a mantenersi in perfetto equilibrio tra oggi e ieri.
Se Gangsta, What They Want e Hoover Street guardano indietro al passato, Los Awesome – prodotta da Pharrell – è una bella zarrata contemporanea. E quando il compromesso musicale viene raggiunto l’asticella della qualità si alza: Studio, Collard Greens, The Purge, Hell Of A Night, Man Of The Year suonano benissimo, contestualizzandosi perfettamente nell’hiphop di oggi. Come nella migliore delle tradizioni non mancano i featuring, utile strumento per rendere più vario e scorrevole l’ascolto: tra gli altri meritano menzione il compagno di etichetta Kendrick Lamar (ormai vicino a superare il record di Pitbull per la quantità di collaborazioni), 2 Chainz, Jay Rock, Tyler, The Creator, Raekwon.

Oxymoron è un disco intelligente, con un bel leitmotiv, belle basi e, soprattutto, bei pezzi. Gli ossimori sono ovviamente rappresentati dal passato e dal presente dell’artista, da ciò che si vorrebbe fare e ciò che la strada costringe a fare, dall’attitudine gangsta maschera in realtà di un’autocritica (o almeno a me piace leggerla così). Un’aggiustata alla scrittura qua e là e un paio di hook più convincenti e la torta verrà servita con tanto di ciliegina.
Il pasto è comunque lauto, non preoccupatevi.

Tracce consigliate: Studio, What They Want