C’era una volta (ci sono, fortunatamente, oggi) un nigeriano, un liberiano ed uno scozzese…
Quello che sembrerebbe l’inizio di una novella a fondamenta razziali, fortunatamente altro non è che l’elenco delle generalità del group moniker Young Fathers, una tra le più ghiotte e sostanziali novità che la multi-etnia sta nutrendo da un paio di anni a questa parte. Hip-hop, alla base, anello fondamentale di una catena comunicativa che sfocia in influenze, suggestioni, idee che paradossalmente donano al gruppo un proprio, strambo, folkloristico stile.
Già dai mixtapes Tape One e Tape Two si captava una certa capacità visionaria e sonora, ma con Dead, ultimo album, il gruppo non fa altro che consolidare l’heavy rotation tra tribalismo, basso esasperato e voci melodiche.
Pochi fronzoli, vi lascio alla full performance del triello dall’hip-hop frammentato creatore di liturgici canti antichi.