Lana_Del_Rey_@_Plaza

Se pensavate che Giacomo Leopardi fosse il massimo in fatto di pessimismo vi sbagliavate, amici.

Oggi abbiamo lei, la bambolona tenebrosa per eccellenza, lei che non vede l’ora di tirare le cuoia, lei che spera di svegliarsi in una ridente mattinata autunnale sotto qualche quintalata di terra in una confortevole cassa nera due metri per uno, l’unica e tristissima Lana Del Rey.

Vi ricorderete come poco prima del lancio di Ultraviolence, tra il marketing e la sincerità più genuina, LDR ci ha raccontato con incontenibile entusiasmo la sua voglia di crepare brutalmente, anche in modo tale da chiuderla una volta e per tutte con il mondo della musica. Così come un triste canarino in gabbia infatti, la dark lady canta malinconicamente per ingannare il tempo e per scandire i giorni che la separano dall’attimo più felice della sua vita.

E qual è il modo migliore per sentirsi più vicina che mai alla pace in sæcula sæculorum? Ma ovviamente, due bei concertoni all’Hollywood Forever Cemetery, come ha fatto a non pensarci prima. Fossi in voi non mi perderei per nulla al mondo quello di venerdi 17 ottobre, ma visto il probabile sold out fatevi bastare quello di sabato 18.

Forse finalmente vedremo un sorriso sul suo volto, un sorriso di felicità vera e magari coglierà l’occasione sulle ali dell’allegria per portare un mazzolin di fiori al suo amico Lou Reed, che come saprete è schiattato due minuti dopo l’atterraggio di Lana a New York il giorno in cui avrebbero dovuto collaborare alla stesura di Brooklyn Baby. Quanto romanticismo.

Se siete stanchi di questa vita ora sapete che sono previsti ben due suicidi di massa in grande stile, prendete nota e fateci un pensierino.