Atto II, la Resurrezione.

Il sipario era calato lo scorso Settembre sul londinese Fabric, club di punta della nightlife britannica ed internazionale, a seguito di due decessi avvenuti all’interno del locale e connessi all’abuso di sostanze stupefacenti. Nonostante i disperati tentativi dei gestori della venue di evitarne la chiusura forzata, contestando la decisione proposta dalle Autorità locali e dalle forze di polizia, il verdetto si era pronunciato come definitivo ed irrevocabile, destinando il Fabric a consacrarsi leggenda nei ricordi di chi avesse avuto occasione di danzarvi.

Numerose si sono susseguite le dimostrazioni in sostegno della riapertura del club, dalle pubbliche dichiarazioni rilasciate da DJs ed artisti di fama mondiale (oltre che dal sindaco di Londra Sadiq Khan), a simbolici e calorosi gesti d’affetto di fans appassionati, sino ad una petizione da 160000 firme ed una raccolta fondi da 320000 sterline.

La buona notizia è che sembrerebbe esserci una possibile via d’uscita, luce alla fine del tunnel, consistente nella proposizione di un appello alla sentenza di revoca della licenza d’esercizio, che sarà discusso innanzi alla Highbury Magistrates Court il prossimo 28 Novembre. Indiscrezioni trapelano, svelando che gli stessi organizzatori del Fabric e le forze dell’ordine starebbero provando a raggiungere un compromesso a porte chiuse, fuori dalle mura del Tribunale, rimescolando le carte in tavola.

Che presto si possa nuovamente tornare a parlare del Fabric per il suo prestigio musicale -e non per tristi avvenimenti, è probabile, ma le condizioni di controllo e direzione saranno ampiamente irrigidite. Non resta che attendere il volere della Corte.