Se quando vedete un ananas nella vostra testa iniziate a cantare 

Pineapples are in my head, got nobody ‘cause I’m brain-dead

sarete felici di sapere che siete finiti nella giusta parte dell’internet.

Quest’anno infatti, esattamente dal 9 al 16 agosto abbiamo avuto l’opportunità di partecipare per la prima volta, in veste ufficiale, ad uno dei festival musicali più importanti al mondo: il Sziget Festival, che si tiene ogni anno nell’isola di Óbudai-sziget nel bel mezzo del Danubio, a Budapest.

Vi chiederete, giustamente, cosa c’entrano le ananas con la capitale ungherese: durante il nostro terzo giorno di festival abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due chiacchiere con Dave Bayley, frontman dei Glass Animals.

E si sa, lui con le ananas ci è proprio in fissa.

Il loro ultimo (e secondo) album in studio How to Be a Human Being è uscito la scorsa estate ed appare come un lavoro piuttosto diverso rispetto al primo album d’esordio Zaba pubblicato nel 2014.

Originari di Oxford, Inghilterra, non amano classificarsi sotto nessun genere musicale ben definito e nel corso di questi ultimi anni hanno imparato cosa vuol dire lasciarsi andare ad un tipo di musica più spontanea, senza filtri. Allo Sziget Festival sono saliti sul palco del main stage, dando prova concreta di essere una delle band da non perdere assolutamente d’occhio.

DW:Ciao Dave? Come stai? Innanzitutto contento per la candidatura ai Mercury Prize di quest’anno? Come la state vivendo?

DAVE:Sì assolutamente contento, i Mercury Prize sono una cosa con cui siamo cresciuti essendo inglesi: ogni volta che facevano uscire la lista dei candidati noi correvamo a comprare gli album per ascoltarli tutti e poi discutere su quale fosse il nostro preferito, che puntualmente non vinceva mai. Quindi è straordinario, è veramente una cosa grande.

DW:Parlando della canzone Agnes, ultima traccia del vostro disco How to Be a Human Being, hai dichiarato essere la tua canzone più personale. Viene per caso da un esperienza in particolare della tua vita, da dove è nata?

DAVE: (Si irrigidisce all’istante, n.d.r.) Ehmm… in realtà non ne parlo molto, posso dirti però che è la mia canzone preferita e quella decisamente più personale.

DW: Parliamo di influenze musicali, dicci tre nomi se puoi di quello che stai ascoltando ultimamente.

DAVE: Aspetta che prendo il mio account Spotify (tira fuori il telefono canticchiando n.d.r). Allora sto ascoltando molto 6LACK, è veramente incredibile, ha fatto uscire quest’anno il primo disco, lui ha veramente una bellissima voce e un particolarissimo senso melodico, veramente fico! Ho ascoltato il nuovo album di Lana Del Rey che mi è piaciuto molto, e queste sono un paio di cose nuove. Guardando invece vecchi album ascolto molto Otis Redding, il compositore John Williams che ha scritto le musiche per Jurassic Park e Indiana Jones, Sgt. Pepper di cui recentemente si è festeggiato l’anniversario e poi anche Micheal Jackson. Credo che comunque Free 6LACK è il miglior album uscito quest’anno, che non ricordo se è uscito a fine 2016 o inizio 2017.

DW: Ascolti musica italiana? Cosa conosci della musica italiana?

DAVE: Cosa conosco della musica italiana? Mmm… non avete per caso un sacco di musica disco in Italia? Alcuni ne conosco anche ma non saprei ricordami i nomi, chi dovrei ascoltare secondo voi?

(All’unisono rispondiamo: LIBERATO!).

DW: Parlando dell’aspetto artistico del vostro lavoro, crediamo che le vostre copertine album siano veramente incredibili. Curate voi personalmente ogni aspetto o vi appoggiate comunque a qualcuno che vi aiuti a ottenere il risultato che volete?

DAVE: Ci ho messo molto lavoro nella parte visual di questo ultimo album, è stata veramente dura. Tuttavia ho ricevuto un grande aiuto da Mat Cook, che è veramente molto bravo; sapevo precisamente cosa volevo, e quello è stato il punto di partenza, sapevo di volere certi personaggi sulla copertina, dato che ogni canzone descrive ognuno di loro, quindi la copertina doveva essere un ritratto di tali personaggi ed io di conseguenza è come se li avessi vestiti; volevo che i bordi del quadrato fossero in quel modo e il logo e i segni dentro la cornice in quella precisa maniera.

DW: C’è stato un grande cambiamento tra un album e l’altro, Quali sono stati i processi che vi hanno spinto a questo cambiamento, e a quale genere musicale pensate di appartenere?

DAVE: Questa è la peggior domanda da chiedere! Io non saprei proprio rispondere, dovreste rispondere voi che siete giornalisti musicali. Sarebbe come descrivere la tua stessa personalità, è difficile, quasi impossibile. E’ come se ti chiedessi, che tipo di persona sei? Per quanto riguarda le differenze tra un album e un altro, quando abbiamo inciso il primo disco non ero mai stato in una band prima, è come se non sapessi bene cosa stessi facendo in realtà, nessuno di noi lo sapeva, non eravamo mai stati in studio prima. Registravamo in una camera da letto, di notte, nel silenzio più totale, quindi dovevamo quasi sussurrare, bisbigliare, motivo per cui le voci erano così morbide, soft, e volevo che tutto fosse perfetto, come se fosse una specie di mio primo figlio, quindi sono automaticamente diventato iperprotettivo e volevo solo che fosse perfetto in ogni dettaglio. Ti rendi conto poi dopo due anni di album e tour che a volte invece qualche errore aggiunge un po’ di soul al tuo lavoro; quindi quando abbiamo inciso il secondo album abbiamo cercato di renderlo meno “timido” e meno “silenzioso” e farlo diventare più “ruggente” dato anche dall’energia positiva che abbiamo tratto dalle esibizioni live, dove gli errori ci sono sempre, e a volte si sbaglia e non ci puoi fare nulla. Questa è la parte fica! Mi piace ascoltare un artista che sta registrando live e magari lo senti tossire o senti tutti i rumori che lo circondano attorno a lui, lo rende più reale.

DW: Purtroppo il nostro tempo insieme è già terminato. Ultima domanda veloce, gli italiani vi amano molto, e avete raggiunto un ottimo seguito nella nostra nazione, quindi la domanda sorge spontanea: quando tornerete in tour da noi?

DAVE: Spero davvero tanto il prima possibile, non so di preciso quando, stiamo vivendo molto alla giornata ultimamente, ma torneremo sicuramente.

E allora noi vi aspettiamo ragazzi, con ananas al seguito.