artworks-000069877834-ud95x6-cropThe 1975 e i JAWS sono bands delle quali più volte in passato vi abbiamo parlato, sin da quando erano poco più che promesse, ma con un talento già sotto gli occhi di tutti. L’hype di oggi è un po’ la quadratura del cerchio e va letteralmente a incastrarsi con questi due gruppi: parliamo dei Pixel Fix, giovane band inglese (Oxford) che durante il 2013 ha proprio aperto i concerti dei The 1975 e dei JAWS (a cui va detto si aggiungono Crystal Fighters e Little Comets). La line up è formata dai ventenni Marcus Yates (vocals, guitar), Clem Cherry (lead guitar), Rob Armitage (drums) e Jarred Phillips  (bass);  un quartetto che ha avuto già diverse cose da dire, avendo alle spalle due EP: Pixel Fix (aprile 2013) e Fall, rilasciato il 24 febbraio di quest’anno. Diverse sono quindi le tracce per farvi un’idea sul loro conto, e ragazzi, drizzate le orecchie, perché questa è roba forte.

La loro terra d’origine abbiam detto essere l’Inghilterra, patria dell’indie rock, diventata poi negli ultimi anni protagonista della scena electro in tutte le sue forme e sperimentazioni (James Blake, Bonobo, Four Tet, Mount Kimbie etc); la cosa che al primo colpo si nota ascoltando i Pixel Fix è la particolarità di unire nella loro musica gli elementi classici dell’indie rock alle sfumature più diverse dell’elettronica.

Le prime produzioni sono le quattro tracce che compongono Pixel Fix EP. Si segnalano in particolare Rosa e Lake. Rosa si apre col mood di tanti pezzi chillwave, la parte vocale rende il tutto così rilassante, wow stiamo per socchiudere gli occhi ma ecco che attacca la batteria: ed è un cambio di registro forte, dirompente, inaspettato, l’esplosione di chitarre e percussioni fa il resto, inserendosi perfettamente. Lake invece, dopo la breve intro dalle sfumature ambient, mostra le tipiche sonorità dell’indie rock, comprovando l’eclettismo dei Pixel Fix nel passare rapidamente da un sound all’altro, con una disomogeneità che, forte dei validi arrangiamenti,  invece che essere un difetto diventa valore aggiunto.

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Fall EP non delude le aspettative, ma anzi conferma le qualità mostrate nel primo EP. Delle quattro tracce le consigliate sono Fall e Awake. Fall inizia in sordina per poi lasciare spazio al consueto turbinio di batteria e riff di chitarra, ormai elementi distintivi di questo quartetto. Awake presenta atmosfere catchy, il beat downtempo non è che il preludio di una parte vocale dolcemente pop e ipnotizzante, che nel finale lascia spazio a un piacevole assolo di chitarra.

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I Pixel Fix sono una band che con certezza continuerà a far parlare di sé: sono giovani, c’è ancora tanto spazio per migliorare certo, ma il talento e la creatività sono qualità già assodate. In Inghilterra ormai da mesi si sono accorti di loro (son finiti pure sotto i riflettori di Guardian e BBC Radio 1) e ottime sono le review in giro per il web; sicuramente troveranno anche qui da noi chi sarà in grado di apprezzarli: quando avrete voglia di ascoltare qualcosa, magari indecisi se puntare sull’indie rock/pop o i beats e i samples dell’elettronica, ricordatevi dei Pixel Fix: sono la soluzione che potrebbe fare al caso vostro. Dopotutto perché scegliere quando possiamo avere entrambe le cose?