Sono passati oramai cinque anni dall’ultimo lavoro firmato Arctic Monkeys: il periodo di inattività più lungo della band che però (come successe tra il 2007 e il 2011) si è fatta sentire sotto altre vesti in questi anni. È grazie all’uscita di Everything You’ve Come to Expect dei The Last Shadow Puppets, infatti, che l’attesa si è fatta meno straziante.

Oggi però ci troviamo davanti ad un disco dalla release imminente (Tranquility Base Hotel & Casino, l’11 maggio) e un probabile singolo di lancio in uscita a breve. In più lo scorso mese sono state annunciate le date del tour europeo al di fuori dei grandi festival. E sì, ci siamo anche noi con ben tre date: a Roma il 26 e 27 maggio e a Milano il 5 giugno. Il tutto sarà supportato da Cameron Avery come spalla che può essere preso come spunto interessante per capire che strada prenderà il nuovo disco, musicalmente parlando.

Musica

Cameron Avery, per chi non lo conoscesse, è l’attuale bassista live dei Tame Impala e l’anno scorso ha pubblicato il suo primo album: Ripe Dreams, Pipe Dreams. Un disco bellissimo dove le ballate di metà ‘900 incontravano l’hypsterismo di Father John Misty. Un brano come Dance With Me ce lo immaginiamo volentieri nel nuovo album degli AM, anche perché nel disco di Avery riecheggiano quei fantastici archi arrangiati dal solito Owen Pallet – presente tra l’altro dell’ultimo lavoro dei Last Shadow Puppets.

Da non sottovalutare anche la collaborazione di Alex Tuner con i Mini Mansions del 2015 nell’album The Great Pretenders. Un indie pop-rock con qualche tastiera nostalgica e un po’ di psychedelic-rock quanto basta. Ritorneranno i tempi di Humbug?

Collaborazioni

Se la strada sarà quella di un sound ancora ancora più retro rispetto ad AM (che stuprava i grandi classici dei Black Sabbath) allora prepariamoci a ritrovare il già citato Owen Pallet e le sue orchestre d’archi per creare le giuste atmosfere nelle solite ballate incredibili di Turner.

Potrebbe anche esserci una nuova presenza femminile all’interno dei nuovi brani: l’unica finora è stata quella di Allison Mosshart dei The Kills in Fire and the Thud. Oggi però è quotata una possibile collaborazione con Alexandra Savior, nuova voce del genere, che ha già lavorato a fianco di Turner, il quale ha prodotto e suonato nel suo disco di debutto Belladonna of Sadness dello scorso anno.

Dulcis in fundo con ogni probabilità ritroveremo nuovamente il caro James Ford, sempre presente in produzione nei lavori di Turner (Arcitc Monkeys, The Last Shadow Puppet e persino nell’EP solista Submarine).

Testi e stile

I tempi dell’acne e dei chavs che vestivano “classic Reeboks or knackered Converse, or tracky bottoms tucked in socks” sono lontanissimi: Alex è cresciuto e la sua esperienza americana lo ha cambiato nel profondo. Dopo anni di viso pulito, finalmente il suo volto presenta una barba più o meno folta.

Il punto di partenza per quanto riguarda le liriche dovrebbe essere l’ultimo lavoro con Miles Kane nei Last Shadow Puppets, dove ha tirato fuori di nuovo i suoi Favourite Worst Nightmare e soprattutto le sue origini in quel di Sheffield e le prime cotte adolescenziali. Una dimostrazione di una leggera crescita rispetto alle sbronze notturne di Why’d You Only Call Me When You’re High? e Do I Wanna Yo. Di seguito trovate un bellissimo esempio – peccato per le mosse esagerate e l’ego incontrollato.

Non ci resta che aspettare per capire e scoprire cos’avranno in serbo quest’anno gli Arctic Monkeys. I cambiamenti potrebbero essere una rivoluzione o una semplice evoluzione data dal tempo e dalla maturità oramai completata (vedi Matt Helders, il batterista, diventato padre un paio di anni fa). Noi comunque siamo pronti a tutto.