Sono abbastanza sicuro che nessuno – dai colleghi d’ufficio alla mia fidanzata – riuscirà a giustificarmi quando a mezzogiorno crollerò di colpo per aver dormito 3 ore le ultime due notti. Guardare per intero questo Sanremo 2020 è un atto masochista: la seconda serata la butta in caciara addirittura più di quella inaugurale, tanto che al risveglio i ricordi sono tutti mischiati, confusi. Pensate che per un attimo ho addirittura pensato di aver visto Fiorello vestito da Maria De Filippi, ma sto evidentemente ricordando male… o no?

Sorpassiamo subito la spinosa questione nuove proposte: sono in pochissimi a dargli corda a inizio serata e la qualità media si è abbassata ancora. Ci sono le due tizie che fanno rock duro con il testo impegnato, un emulazione di Ultimo con l’impermeabile e l’autotune perenne, un rapper pelato e una lagna. Vincono l’Ispettore Gadget e il pelato, che sfideranno quelli che ieri hanno buttato fuori i cantanti indie. Una gara avvincente.

Piero Pelù è il primo cantante in gara e si esibisce dopo le 22.

Dopo le 22, il primo.

Prima è toccato ai giovani, a Fiorello vestito da Maria e a gag pazzerelle tra amici che fanno battute che capiscono solo loro e si sputano l’acqua addosso. Mancava la gara di rutti, ma c’è tempo. Punti bonus per Fiorello: ha l’aria di chi se non gliene frega un cazzo e passa tutto il tempo a far passare Amadeus per scemo. E lui ride.

Le canzoni comunque!

Vorrei parlarvene, dico davvero, ma la verità è che vengono distillate a tal punto che è mezzanotte e hanno suonato solo metà dei concorrenti. Me la asciugo facile: bene Rancore (rap veloce, riferimenti biblici e penultimo posto assicurato), benino Levante (ricordo di essermi leggermente divertito, ora faccio fatica a ricordarla), super delusione Elettra Lamborghini (eravamo qui per il trash, abbiamo avuto la pizzica della sagra di Torre dell’Orso – senza offesa per la sagra eh). Gli altri vanno dal 2 al 5 di incoraggiamento: Pelù fa la sua solita roba, Junior Cally senza maschera perde l’unico elemento che lo rendeva un minimo interessante e pare il Salmo dell’Eurospin, ai Pinguini Tattici Nucleari manca solo la vecchia che balla (o il tizio vestito da gorilla sul palco) perché le differenze con Stato Sociale e Gabbani stanno a zero, ma hanno alte probabilità di finire tra i primi 5.

View this post on Instagram

"Your crush is coming" "Act natural" Me:

A post shared by Deer Waves (@deerwaves) on

Momento lagne: Gabbani torna sul palco dell’Ariston (ormai solo questo fa) e porta una roba stracciamutande capace di vincere la serata. Enrico Nigiotti non lo conosce neanche sua madre, arriva con il look da surfista a cui piacciono i Pearl Jam e canta un pezzo che ho già dimenticato. Tosca è brava e noiosa, skip. Paolo Jannacci fa una paura fottuta, pare un alieno, e il pezzo fa pure paura ma per i motivi sbagliati. Giordana Angi non ho capito chi sia. Zarrillo arriva a serata compromessa, con famiglie intere ormai boccheggianti sul divano di casa e fa… Zarrillo, quindi noia.

Se la gara si è trascinata così a lungo sarà perché sono stati gli ospiti a renderla indimenticabile! No?

No, se escludiamo il monologo di Paolo Palumbo, ragazzo affetto da SLA, che ha fatto venire i brividi un po’ a tutti, e l’esibizione incrociata di Massimo Ranieri e suo figlio Tiziano Ferro, che hanno fatto venire giù l’Ariston.

Ho già dimenticato i monologhi delle due giornaliste (uno sui giornalisti uccisi nel mondo ok, l’altro sulla mamma sempre impegnata che ama i propri figli, come qualsiasi madre del pianeta), Zucchero ha mille hit e sceglie di cantare soprattutto pezzi nuovi e Gigi D’Alessio mi è scivolato addosso, una sofferenza a cui ormai arrivavo già temprato.

Il main event è stata la reunion dei Ricchi e Poveri in line-up originale dopo 40 anni, roba che Pavement al Primavera Festival 2020 scansatevi. Il problema di questi signorotti ottuagenari è lo stesso che ha afflitto i poveri Al Bano e Romina ieri sera: la cera sulle scale? No, il playback. Un’idea fantastica per la reunion più attesa del festival, non trovate?

Ci sentiamo stasera per i duetti. Prepariamoci a M¥SS KETA con Elettra.