I vostri dischi non sono al sicuro, benché li teniate con cura nelle vostre camere e nei vostri soggiorni.

I CD e i DVD, infatti, vivono un lento declino inesorabile che li porta ad essere inutilizzabili, ed è il fenomeno del “disc rot“, processo secondo il quale il disco in un certo senso “marcisce”.

I segni che vediamo accumularsi negli anni sui nostri dischi preferiti altro non sono che i segnali di quello che è il lento decomporsi del supporto che la faceva da padrone tra la seconda parte degli anni ’90 e i primi anni 2000. Il fenomeno sarebbe il risultato della graduale corrosione chimica di moltissimi dischi rendendoli inutilizzabili.

Un portavoce della EMI ha dichiarato che sono state fatte alcune ricerche in passato sul fenomeno e che è stato dimostrato che moltissimi dischi diventavano inutilizzabili intorno agli 8 o 10 anni d’età, andando contro a ciò che si è sempre pensato, ovvero che i CD e i DVD fossero indistruttibili.

Uno dei problemi principali è quindi nella perdita di dati. In questo senso la Libreria del Congresso degli Stati Uniti, attraverso Michele Youket, la loro preservation specialist, ha rilasciato delle dichiarazioni riguardo il fenomeno, sostenendo che anzitutto i dischi con errori significanti sono comunque parzialmente leggibili e i loro dati possono essere recuperati. Oltre a questo si sono soffermati sul sottolineare quanto un graffio sulla parte superiore del disco è molto più problematico di un graffio sulla parte inferiore:

because the reflective layer is only covered by a thin coating of acrylic with an ink-printed label, scratches to the top surface can penetrate through and damage the reflective layer.

Le notizie per chi colleziona, invece, DVD sono più rassicuranti: stando alle dichiarazioni sarebbero più durevoli dei dischi in quanto il lato riflettente è pressato all’interno dei dischi di policarbonato, e ciò comporta che gli strati del disco tengano di più con l’avanzare degli anni. Non vale però per i DVD double layer i quali avrebbero un tempo di decadimento minore rispetto ai DVD normali. Infine sottolineano quanto i dischi registrabili più volte siano più propensi al disc rot, e che anche la conservazione degli stessi può aiutare al loro mantenimento:

These studies have shown that a well-made pressed compact disc can last many decades if stored and handled properly […] Discs that are stored in harsh environmental conditions with elevated temperature and/or humidity will have shorter expected lifetimes than discs stored in more controlled conditions.

Il fenomeno è stato inizialmente studiato negli anni ’80 e potrebbe essere un vero problema per la numerosa mole di dati che negli anni abbiamo affidato ai supporti come CD e DVD, per non parlare dei dischi che gelosamente custodiamo nelle nostre collezioni.

Il recente rinascimento del mercato del vinile potrebbe forse dare una mano per evitare l’oblio causato dal disc rot.