Concerti in streaming, dj set dai balconi, dischi, film, serie, libri, corsi di cucina online, tutorial di bricolage, allenamenti con Belen, infiniti tornei su Fifa, catene con le storie di Instagram, stati e like su Facebook che non si vedevano dal 2017, videochat, videoconferenze con Bugo e Buffon, e chi più ne ha più ne metta. Le avete provate tutte per distrarvi e far passare in qualche modo il tempo.

Prorogato il lockdown, forse è arrivata l’ora di buttarvi a capofitto nelle docu-serie per imparare tutto quello di cui non avete realmente bisogno (forse) e sfoggiarlo alla prima conversazione dal vivo con la tipa/o che vi sta facendo pensare che ci starà, facendola/o scappare di nuovo a casa, quando tutto questo sarà finalmente finito.

Vi consigliamo, per ora, 5 documentari legati dall’assurdità dei fatti narrati. Potrebbero esserci piccoli spoiler, ma di poca rilevanza.

Tiger King: Murder, Mayhem and Madness

Il regista del documentario Eric Goode è un filantropo che da anni ha votato il suo impegno alla causa ambientalista. Nel bel mezzo di una indagine sul traffico di grandi rettili, si imbatte in uomo nel cui furgone parcheggiato al sole della Florida c’è un leopardo delle nevi. Grazie a questa scoperta casuale capisce che è il caso di investigare e documentare il possesso di grande felini da parte di privati cittadini statunitensi, senza minimamente immaginare in cosa si sarebbe imbattuto. Il mondo dei proprietari di grandi felini è popolato da personaggi pazzeschi, ma pochi saltano all’occhio più di Joe Exotic. Joseph Maldonado-Passage, già Schreibvogel, meglio conosciuto come Tiger King, è un cantante country ossigenato con il taglio alla tedesca, bifolco paranoico patito delle armi e delle droghe, poligamo e soprattutto direttore di uno zoo in Oklahoma zeppo di animali esotici, tra cui centinaia di tigri. Non siamo qui a discutere sulla convenienza di tenere aperti posti del genere, ma della assurda storia di Joe. Tiger King è un tipo carismatico, per certi versi geniale, che in qualche modo ha avuto la sua rivincita sulla vita grazie alla passione per i grandi felini. Dopo aver aperto e reso grande il Greater Wynnewood Exotic Animal Park, si imbatte in una serie di improbabili personaggi a cui dà fiducia accettandone i pessimi consigli.  Tra assassini, boss del narcotraffico, truffatori e leader di sette religiose con cui condivide la passione per i felini di grossa taglia, Joe perde completamente la bussola. La storia, però, prende una piega inquietante quando entra in scena Carole Baskin. Anche Carole è un personaggio molto controverso: si professa animalista, possiede un parco simile se non messo peggio rispetto a quello di Joe, ma che spaccia come un santuario per le povere bestie. La missione di Carole Baskin, il cui marito è scomparso in circostanze misteriose, è far chiudere tutti i parchi privati che ospitano i grandi felini, in primis quello di Tiger King. La rivalità che ne deriva porterà all’arresto di Joe con l’accusa di essere il mandante di un omicidio, rivelando una storia impensabile nella quale i proprietari delle tigri si scopriranno molto più pericolosi e disumani dei propri animali.

Tiger King è personaggio di GTA nella vita reale, non potete perdervelo.

Pubblicazione: marzo 2020. Disponibile su: Netflix.

Giù le mani dai gatti: cacci a un killer online

È la storia di una caccia al killer online promossa da un gruppo di nerd amanti degli animali, che dopo aver trovato in rete un traumatizzante video con dei poveri gattini decidono di avviare una indagine. Come un cane che si morde la coda, le ricerche nei meandri delle rete faranno ottenere all’autore del video maggiore popolarità, che a sua volta lo spingerà a registrare e pubblicare altri video raccapriccianti. Il titolo non deve ingannare, il crescendo criminale sposterà l’attenzione del ricercato dagli animali agli esseri umani dando vita a colpi di scena sempre più disturbanti. Oltre alla complessa storia di crowdsourcing  attraverso alcuni gruppi Facebook, il documentario apre una interessante riflessione su alcune delle disfunzioni più oscure dei social media e dalla rete. La serie è narrata con un ritmo incalzante direttamente dalle persone coinvolte ed è intervallata da fotogrammi dei video incriminati  (non vengono mostrati per intero, ripugna più quel che si intuisce che avverrà che quel che si vede, ma sono comunque immagini dure) e video di sorveglianza. Un’indagine su un killer alla caccia di attenzioni che farà interrogare i suoi persecutori sulla opportunità e la libertà delle investigazioni.

Vi farà stare male e quando penserete che il peggio è passato le cose peggioreranno. Non sapete cosa vi aspetta.

Pubblicazione: dicembre 2019. Disponibile su: Netflix

Wild Wild Country

Grazie al copioso materiale di repertorio e interviste esclusive, la docuserie racconta una stravagante quanto significativa pagina di storia americana incentrata sulla figura di un leggendario guru, dai più conosciuto grazie ai meme. Nato con il nome Chandra Mohan Jain, Bhagwan Shree Rajneesh, meglio conosciuto come Osho, fonda la sua comunità in India dove predica la sua filosofia del “nuovo uomo” e la meditazione dinamica. Fin da subito attira frotte di devoti, compresi giovani e talvolta ricchi occidentali in piena fase mistica. La dottrina di Bhagwan fonde il misticismo orientale al capitalismo occidentale, dando vita allo “spiritualismo capitalista”. Fiancheggiato dalla sua segretaria personale Ma Anand Sheela, l’obbiettivo del capo della comunità è la fondazione di una città utopica. Il luogo prescelto è una valle in una landa desolata della sperduta cittadina di Antelope, Oregon. Nel 1981 viene posata la prima pietra di Rahneeshpuram, ma quella che nelle intenzioni doveva essere una semplice unione di persone guidate dal misticismo indiano, in poco tempo assume le caratteristiche di una setta, osteggiata fin da subito dai tradizionalisti abitanti di Antelope. Nel tentativo di rispondere alle continue provocazioni dei media e dei locali, sotto la guida della determinata e machiavellica Sheela, i Sannyasins (nome dei seguaci del guru) decidono di di difendere il proprio regno con qualsiasi mezzo. Esplorati i confini tra religione e fanatismo, spiritualità e materialismo, il documentario mostra come anche i propositi più nobili possano celare e servirsi di condotte immorali. Un ranch di 260 km², un guru, una segretaria-primo ministro, colpi di scena, il più grande attacco di bioterrorismo di massa degli Usa, reclutamento di senzatetto da ogni dove a fini elettorali, Roll Royce, elicotteri, jet e armi di ogni tipo sono gli ingredienti di questo piccolo trattato di filosofia della politica, in cui i principi della Costituzione americana sono sottoposti ad un interessante stress test.

Una recente pagina di storia quasi dimenticata a cui si fa fatica a credere.

Pubblicazione: marzo 2018. Disponibile su: Netflix

Unabomber: In His Own Words

Con l’ausilio di una rara intervista, questa docuserie descrive il percorso di Ted Kaczynski da giovane intellettuale a una delle persone più temute e ricercate nella storia degli Stati Uniti d’America. Theodore John “Ted” Kaczynski, noto come Unabomber (da UNiversity e Airline BOMber) è un terrorista, matematico ed ex professore universitario statunitense, condannato per aver inviato pacchi postali esplosivi a numerose persone, durante un periodo di quasi diciotto anni (1978 – 1996), provocando 3 morti e 23 feriti. Con un Q. I. pari a 167 Kaczynski divenne un assistant professor di matematica alla Berkeley University nel 1967, ma l’impiego durò poco perché si dimise dall’incarico senza alcuna spiegazione nel 1969, a soli 26 anni. Nell’estate dello stesso anno tornò a casa dei genitori a Lombard (Illinois), ma due anni dopo cambiò totalmente vita trasferendosi in un capanno senza elettricità e acqua corrente vicino all’inospitale Baldy Mountain di Lincoln, sperduta cittadina del Montana.  Si nutriva cacciando, lavorava occasionalmente e riceveva supporto economico dalla sua famiglia. Nell’organizzazione dei suoi attentati mai un errore, una leggerezza, un dettaglio che potesse tradirlo. Un uomo solo, in guerra con il mondo, animato dall’odio per la tecnologia. Un ecoterrorista tormentato dal progresso, dalla “dittatura” delle macchine, dallo svuotamento del ruolo dell’individuo, dall’annichilimento dell’ecosistema. Negli anni Kaczynski spedì diverse lettere alla stampa e alle sue vittime, e nel 1995, poco prima di essere preso, fece recapitare ai giornali un manoscritto di 35.000 parole chiedendo di pubblicarlo affinché terminassero gli attentati.  Il documento, intitolato “La Società Industriale e il Suo Futuro”, meglio conosciuto come il “Manifesto di Unabomber” venne pubblicato e grazie a questa decisione degli inquirenti Kaczynski fu arrestato. Cercò di giustificare gli attentati definendoli come tentativi di combattere contro quelli che considerava i pericoli del progresso tecnologico, i suoi avvocati provarono a sostenere l’incapacità di intendere e di volere per salvarlo dalla pena di morte, ma Kaczynski rifiutò questa strategia difensiva.

Un criminale mosso dall’odio contro il mondo moderno avulso agli schemi e ai cliché della delinquenza e del terrorismo.

Pubblicazione: marzo 2020. Disponibile su: Netflix

Tickled

Nuova Zelanda. David Ferrier è un giornalista che si occupa di news d’intrattenimento, come “Si rovescia bagno chimico: sommerso dai liquami (FOTO)” o “Passa una settimana a iniettarsi vodka negli occhi: ecco il risultato” che vengono condivise in massa sui social. Un giorno trova un annuncio sul web per partecipare ad una gara di resistenza al solletico organizzata da una certa Jane O’Brien Media. Incuriosito, scrive alla pagina Facebook per proporre un’intervista. Viene risposto con una cascata di insulti e minacce, accompagnati dalla raccomandazione di non farsi più sentire. David fa il contrario e l’affare si ingrossa: minacce di querele, insulti pesantissimi e accuse di ogni tipo vengono scritte dal misterioso utente che si nasconde dietro Jane O’Brien. Incredulo e sempre più curioso, decide di risolvere il mistero insieme all’amico cameraman Dylan Reeve. Scoprirà un mondo inquietante legato al porno, ai ricatti e alle peggiori cloache della rete in cui sono esasperate le peggiori pulsioni. I due arriveranno a mettere le mani su un vero e proprio impero web, che ha le sue radici piantate in un losco caso di cronaca degli anni Novanta. Ne verrà fuori una grande inchiesta, che dimostra che nonostante i social e internet il giornalismo può e deve fare ancora la sua parte. Il documentario, inoltre, sottolinea come dietro a tanti siti strani o pagine a cui chiunque metterebbe spensieratamente un like si possono nascondere trame ambigue, legate allo sfruttamento di persone o a modalità torbide di fare soldi. Tickled, come il solletico, parte da qualcosa di frivolo e innocente ma che con il tempo diventa fastidioso, spaventoso e allarmante.

Uno dei più brillanti e stravaganti documentari diventato un cult sul web, con tanto di strascichi giudiziari e minacce di morte agli autori. Dopo averlo visto le reaction con cui si commentano le notizie bizzarre ci faranno sentire degli idioti.

Pubblicazione: maggio 2016. Disponibile su: HBO