Dal 15 giugno potrà ripartire anche la musica live, ma le singole Regioni potranno anche anticipare tale data in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori. Questa, dunque, la tanto attesa “data x” invocata da tutto il settore prevista nel nuovo DPCM in vigore da oggi 18 maggio e che chiude quasi definitivamente il lockdown.

Va da sé che la ripartenza della macchina della musica dal vivo – così come in tutti gli altri settori – è però subordinata ad una serie di limitazioni volte a tutelare la sicurezza e la salute non solo del pubblico, ma anche dei lavoratori impegnati a vario titolo nella realizzazione dei concerti. E chiaramente anche degli artisti.

In particolare, i concerti potranno essere svolti solo con posti a sedere preassegnati, con distanza di almeno un metro tra gli spettatori e con obbligo di mascherina. Per quanto riguarda i numeri, negli spazi aperti il limite è di 1000 persone, mentre per quelli chiusi si scende a 200. Nel DPCM si specifica, inoltre, che restano comunque sospese le attività, sia all’aperto sia al chiuso, in sale da ballo, discoteche e locali assimilati e quelle che – in ogni caso – implichino assembramenti quando non è possibile rispettare tali misure.

Inoltre, nell’allegato n. 9 al DPCM sono contenute altre disposizioni particolari come: idonea informazione ai partecipanti sulle misure di sicurezza; distanziamento anche tra gli artisti; la misurazione della febbre e divieto di partecipazione per chi ha più di 37,5 gradi di febbre. Vige inoltre il divieto di consumo e di vendita al dettaglio di cibi o bevande; la limitazione dell’uso dei contanti e vendita dei tagliandi in forma telematica.

La situazione è in rapida e continua evoluzione ed andrà valutata con le ordinanze delle singole Regioni che potranno, in ragione della situazione contingente, contenere disposizioni più o meno rigide rispetto al DPCM. Questo vale per tutti i settori e non solo per i concerti sia chiaro.

Certo è, che viene difficile pensare che, ad esempio, la Lombardia (che al momento ha diramato delle linee guida valide fino al 31 maggio) possa in futuro allargare le maglie rispetto al decreto governativo. O, ancora, che alcuni live vengano dirottati in altre Regioni d’Italia poiché ai problemi già noti andrebbe ad aggiungersi quello del divieto di spostamento tra Regioni che è attualmente ancora in vigore.

Il DPCM rimarrà in vigore fino al 31 luglio. Resta solo da capire nel bilancio costi/ricavi se sarà davvero conveniente riaprire a queste condizioni o se, così per come è strutturato, farà felici i grandi promoter a discapito dei più piccoli.