Ne stanno parlando tutti, in tutte le salse e nella maggior parte dei casi se ne parla male, anzi malissimo.

Young Signorino, all’anagrafe Paolo Caputo, ha 19 anni viene da Cesena e sta collezionando milioni di visualizzazioni su YouTube con tracce come Mmh ha ha ha, Dolce Droga o l’ultimissimo La Danza dell’Ambulanza dove nel testo si legge

bevile, bevile, bevile; mischiale, mischiale, mischiale; calale, calale, calale.

Recentemente bannato da ogni sorta di social media, della sua vita privata si sanno diverse cose, che forse sono state anche inizialmente sottovalutate, ossia che è stato più volte ricoverato in cliniche psichiatriche, che è stato in coma per colpa di un overdose da psicofarmaci, rischiando di rimanerci secco, e infine, non tanto il fatto che sia già padre, ma più che altro che ci tenga particolarmente a farsi chiamare dal figlio “papà Satana” ; ah sì, perché Young Signorino oltre ad essere convinto di essere il figlio legittimo del diavolo, crede fermamente di essere il legittimo erede di Marilyn Manson con una fissa strana per i mocassini. In pratica un kamikaze della musica trap italiana. Ne rimangono una trentina di pezzi su YouTube e nessun album in uscita, per il momento.

Non rap quindi, tantomeno pop, rientra nella categoria della trap che negli ultimi anni grazie a personaggi come Dark Polo Gang, Ghali, Sfera Ebbasta, Izi, Tedua, Rkomi è il genere che ha visto impennare vertiginosamente il suo indice di gradimento, sopratutto tra i più giovani, acquistando consenso e followers in tutta Italia; i brani vengono girati in radio, entrano di diritto nelle classifiche più importanti, merito non solo dei testi che passano il messaggio in maniera piuttosto arguta, diretta e cristallina (nel bene e nel male) ma anche delle basi che creano quel flow a cui difficilmente si resiste.

Questi sono i presupposti minimi per cercare di comprendere e di capire questo fenomeno, che pensandoci bene non è poi così difficile da decifrare.

Young Signorino infatti non è etichettabile in nessun modo, non si può definire cantante, né tanto meno rapper ma neanche trapper; i suoi testi sono per la maggior parte sillabe dette a caso, parole onomatopeiche, un mix neanche in rima di “droga” “puttana” “pasticca” che semanticamente legate tra loro potrebbero anche vagamente darci un senso di quello che vuole esprimerci. Nei suoi video non c’è molto da vedere, se non lui in primo piano che canticchia (neanche troppo a tempo) le sue canzoni, mentre tiene in mano oggetti dal dubbio significato; Young Signorino sembra un prodotto sfornato appositamente per generare odio, e la cosa che ci dovrebbe far riflettere è capire se lui in primis ne abbia veramente piena coscienza e consapevolezza.

Sì perché, a meno che non si tratti del troll migliore degli ultimi anni, Signorino sembra davvero convinto di quello che dice, e la cosa più che indignarci, ci dovrebbe far preoccupare. Se lo scopo al giorno d’oggi sono veramente le views, i followers e qualche news in più, dobbiamo chiederci se sia giusto arrivarci anche con i mezzi più inappropriati e sbagliati che possano esistere. Perché se il risultato finale deve solo essere il “basta che se ne parli” Young Signorino allora ha già ottenuto esattamente tutto quello che voleva, e lo ha fatto pure bene.

Può sembrare un cliché, ma alla fine dei conti è un’assoluta verità: dietro ogni cantante (o personaggio pubblico come piace definirli oggi) c’è sempre una persona che vive nel mondo reale di tutti i giorni, e se Paolo Caputo vede la vita come i testi del suo Young Signorino c’è da interrogarsi davvero su quale direzione stia prendendo la musica dei nostri giorni (e soprattutto del messaggio che si vuole far passare). La reazione degli haters (che non sono una categoria aliena di cui non si conosce la provenienza, ma siamo tutti noi che ogni giorni usiamo i social per leggere, vedere e commentare) è anche piuttosto giustificabile nei riguardi di un progetto simile, come anche la pioggia di parodie su YouTube che risultano anche piuttosto scontate, ma c’è chi in questo marasma digitale inneggia anche a Signorino come il nuovo genio, l’incompreso, la “nuova scena musicale”, la novità, affiancandolo anche alla parola dadaismo. Fermi tutti, cerchiamo di stare sereni.

La vera essenza che emerge da tutto questo parlare è molto meno divertente e molto più preoccupante di quel che vuol sembrare, perché c’è da chiedersi se Young Signorino non sia finito in una cosa più grande di lui, in cui gli si da libero spazio rischiando di fargli del male peggiore di quello che non si sia già fatto da solo. La sensazione è che si sia perso di vista anche l’obiettivo di quello che dovrebbe far la musica, che tra i suoi principi fondamentali ha innanzitutto quello di aggregare le persone, non certo una roulette russa.

In bocca al lupo Paolo.