Se sei stufo di sentirti dire che l’indie rock è morto, le chitarre pure o che gli Arctic Monkeys sono finiti dopo Suck It And See, abbiamo selezionato otto album usciti in questi primi mesi del 2019 che avranno certamente un effetto benefico sull’umore, specialmente se sei nel mood chitarriniii.

Per la cronaca, dentro ci trovi un po’ di tutto: indie rock, pop-punk, garage e molte combinazioni di questo e quello. Nulla di quello che ascolterai entrerà negli annali della musica rock, ma questa è la roba giusta da ascoltare mentre tieni una limonata fresca in mano ed il sole è alto nel cielo.

Schiaccia play, non rimarrai deluso!

B Boys – DuDu

Il trio originario di Brooklyn regala con una combinazione freschissima tra le origini del punk (in particolare i Clash) e la sua più moderna evoluzione dei Parquet Courts. Noise e sguaiato quanto basta per far apparire un prodotto ben confezionato in qualcosa di più rudimentale che sa andare in loop senza stancare mai.

Hunny – Yes. Yes. Yes. Yes. Yes.

L’album di debutto degli HUNNY viene dalle colline della California e ha un retrogusto amaro tipico degli studi di registrazione dove entra il profumo di oceano dalla finestra. Un mezzosangue metà new wave e metà pop punk degli anni ’00 che fa cavalcare le onde dell’oceano direttamente dalla sdraio.

PUP – Morbid Stuff

Morbid Stuff è l’album giusto se ti piace cazzeggiare con i Weezer o andare al cinema a lanciare i pop corn a quelli in platea,  mentre guardi per la ventesima volta American Pie. Il tipico album da losers club che esalta rabbia e rumore e le variazioni del punk collegiale.

SWMRS – Berkeley’s On Fire

A tre anni da Drive North, la band di Oakland torna con un album critico e provocatorio. Musicalmente, la supervisione di Billie Joey Armstrong, padre del batterista Joey, ma noto per essere il sig. Green Day è l’ingrediente perfetto per rendere questo mix di sophomore e caciara in un album più accessibile ad una platea più ampia.

Dumb – Club Nites

Club Nites è un fiume in piena di chitarre sporche e ritmiche frammentate reso ancora più imprevedibile dalla voce del frontman Franco Rossini. Una volta schiacciato play la band di Vancouver ti offre un giro gratis sui tappeti elastici per fare capriole e rimbalzare qua e là fino allo svenimento.

Tacocat – This Mess Is a Place

L’esordio di Tacocat su Sub Pop è nel segno della continuità. Una formula, quella della band di Seattle, che risente dell’influenza delle sonorità locali e che si accoda sulla scia di Breeders o Sleater-Kinny. Non offre nulla di nuovo al genere, ma se sei inchiodato al semaforo a guardare i giocolieri con questo album ti fai un bel viaggio gratis nel pop-rock americano.

Cosmonauts – Star 69

Con i Cosmonauts siamo in California, anche se le sonorità di Star 69 che ci accolgono a partire dalla prima traccia sembrano provenire dall’altra parte del mondo. Riverberi ostinati ed oscillazioni tra garage e psych lo rendono uno dei prodotti più interessanti visti nell’ultimo periodo dalle parti di Orange County.

Kiwi Jr. – Football Money

Tra i giovanissimi della scena indipendente canadese, spiccano i Kiwi Jr. (che condividono il chitarrista degli Alvvays, Brian Murphy) ed il loro debut album Football Money. Un lavoro brevissimo che suona nostalgico e che si porta dietro tutto il romanticismo delle piccole città, unica medicina efficace per sopravvivere nelle metropoli troppo grandi per sapere che esisti.