sanremo
Ci siamo: dopo 361 lunghissimi giorni, fatti di trepidante attesa e hype alle stelle, sta per prendere il via una nuovissima e senz’altro emozionante edizione del più grande festival di tutti i tempi: Il Festival di Sanremo. La sessantatreesima edizione, per essere precisi; la sessantatreesima edizione del più vecchio e impolverato Festival del globo – il più grande festival di tutti i tempi, appunto. E se dico “sessantatreesima”, significa che prima di quest’edizione ce ne son state altre sessantadue. Ci pensate? Sono sessantadue anni che il palco dell’Ariston viene calpestato e più volte maltrattato da artisti -o presunti tali- vallette, opinionisti e coglioni vari e mai nessuno ha preso le difese di quel povero palco, nel tentativo di porre fine a questa brutale e crudele vessazione. Non esiste un ente per la difesa dei diritti dei palcoscenici? Che vergogna. E meno male che siamo un paese democratico, eh, Pippo Baudo?

Tralasciando questo discorso – che mi rendo conto essere tanto affascinante quanto inutile – oggi siam qui per un breve, conciso ma importante excursus storico del Festival, col particolare intento di prepararvi a quello che sarà (o potrebbe essere) l’edizione del 2013.
Dieci momenti da non dimenticare. Dieci momenti da portare con sé, sempre e ovunque. Dieci momenti per comprendere fino in fondo l’importanza e lo spirito del Festival di Sanremo. Dieci momenti che vi faranno capire molte cose. I dieci momenti più imbarazzanti del Festival della Canzone Italiana.

  • 10 – Gli occhiali di Arisa

Chi/cosa fosse Arisa prima dell’edizione 2009 è veramente difficile saperlo. Tutto ciò che sappiamo è che il suo nome era Rosalba ed il suo cognome era Pippa (non mi va di fare battute sulla fidanzata di Pippo, anche se ci ho pensato per un po’) e che dopo aver partecipato al Festival ha tirato su un bel po’ di quattrini, diventando addirittura famosa. Famosa. Sì. In realtà non c’è un vero e proprio momento da ricordare, ma i suoi occhiali vintage e il suo look piuttosto discutibile hanno contribuito fortemente a una sua affermazione nel mondo della musica. Il ché è tutto dire.
Arì, ma come cazzo andavi in giro?

  • 9 – Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici

Uno dei momenti più alti della Tv italiana da 20 anni a questa parte. Sullo stesso palco: Pupo, quello di gelato al cioccolato dolce un po’ salato e di su di noi nemmeno una nuvola, ex giocatore compulsivo; il Principe Emanuele Filiberto, famoso in quanto detentore del record italiano per il maggior numero di partecipazioni alle trasmissioni più idiote d’Italia in veste di discendente di Casa Savoia – da non perdere il suo spot sulla sigaretta elettronica; Luca Canonici, Luca Canonici (?). Con la loro Italia Amore Mio, tristissimo inno patriottico sputato in faccia al pubblico dell’Ariston a circa due anni dall’arrivo del Governo Monti, hanno fatto proprio schifo. O quasi. Ma alla gente piace e l’Italia è uscita dalla crisi. I ristoranti sono sempre pieni e quindi è tutto ok.

  • 8 – Clerici vs Morgan cocainomane

Oh raga, Morgan si fa di coca, che trasgre, non possiamo mica invitarlo al Festival?!

Davvero difficile dire quanto ci abbiano rotto le palle con quella storia di Morgan e della sua passione per la droga. A un certo punto in tv si parlava solamente di questo: telegiornali, rubriche di approfondimento, Verissimo, Emilio Fede. Tutti parlavano di Morgan. Addirittura ricordo una puntata di Cotto e Mangiato durante la quale Benedetta Parodi mise un po’ di cocaina in un dolce, giusto per essere coerente col resto delle emittenti. Per far chiarezza, poi, si trattava del 2010: qualche mese dopo il festival, Morgan sarebbe stato sostituito in tv da Michele Misseri e dalla vicenda di Avetrana.
Alla fine, a Morgan venne impedito di partecipare al Festival e giustamente Antonella Clerici – quella della Prova del Cuoco – che ai tempi conduceva il Festival, ben pensò di dar luogo al solito, squallido e patetico discorso perbenista di chi vive tra cucchiarelle, feste in famiglia e un po’ di borra.

http://www.youtube.com/watch?v=xAQY_tQ_UIU

  • 7 – One Direction sul palco di Sanremo

A testimonianza del fatto che l’Italia sia un paese abitato prevalentemente da coglioni e che di questa classe di persone facciano parte anche e soprattutto gli organizzatori del Festival di Sanremo, c’è senza dubbio il grosso contributo dato dai One Direction. Dico io, organizzate il Festival di Sanremo – leggasi “Festival per vecchi” – e chiamate come ospiti un gruppetto di ragazzini che non sanno nemmeno perché si ritrovino su quel palco. Certo che ci vuole una certa abilità. E chiaramente evito di esprimermi sulla loro musica perché ogni insulto risulterebbe sul serio inutile e scontato.

  • 6 – La farfalla di Belen

In realtà nemmeno questo può essere definito un momento imbarazzante. Cioè, è sì imbarazzante per tutta la televisione italiana, ma non per me. Non per tutti gli allupati che l’anno scorso si son ritrovati in tv 3/4 di pube di Belen Rodriguez. Un bel vedere, nient’altro che un bel vedere, che però ha suscitato grosso scalpore nel paese di Papa Ratzinger e di Berlusconi. Ratzinger. Berlusconi. Belen. Ratzinger, Berlusconi, Belen.
State pensando quello che sto pensando io?

  • 5 – Brian Molko (Placebo) spacca la propria chitarra sul palco

Che il Festival di Sanremo debba necessariamente essere un evento circoscritto e riservato ai soli artisti italiani, ormai non è un segreto. Sono tanti ormai i gruppi e i cantanti che si son ritrovati sul palco dell’Ariston a fare figure di merda a causa di un pubblico spesso ignorante, e i Placebo sono appunto uno di questi gruppi. Nel lontano 2001, la band di Brian Molko venne invitata al Festival e naturalmente chiamare i Placebo al Festival di Sanremo non poteva che rivelarsi una scelta sbagliata: un po’ come chiamare Luca Dirisio al Coachella, ma vabè. Il gruppo suona, si esibisce e alla fine Brian Molko si incazza e spacca la chitarra su un amplificatore. Tutto ciò che rimane sono le sue dichiarazioni: “Eravamo scazzati perchè nessuno ci aveva detto come era il Festival. Ci sembrava di essere finiti in mezzo a una sciarada. A nessuno gliene fregava assolutamente niente di noi. Quando venne il nostro momento, c’erano in platea tutti questi vecchi grassi in giacca e cravatta, con le loro donne in abito da sera. Qualcosa ha fatto click nella mia testa ed è scattata una reazione primordiale. Vaffanculo tutta ’sta roba, mi sono detto; non dovrei nemmeno essere qua! La sola cosa che mi è rimasta impressa nella memoria era la gente che dallla sala mi gridava: “Pezzo di merda”…”

 

  • 4 – Tentato suicidio sventato da Pippo Baudo

Pippo Baudo in versione Deus Ex Machina, che spunta dal nulla e interviene per portare quiete laddove quiete non c’è. Un eroe. Un vero eroe. Gladiatorio Pippo Baudo che verrà ricordato in saecula saeculorum per le sue magnanime gesta e per aver salvato la vita di un povero Cristo, rovinato dai debiti e dal grigiore quotidiano. Sì, sarebbe stato più o meno così se solo non fosse che quella del tentato suicidio era tutta una grossa, grossissima puttanata messa in piedi dalla dirigenza RAI per recuperare un po’ di audience. Giuseppe Pagano, così si chiamava l’aspirante suicida, dichiarò infatti a Repubblica che “Baudo sapeva tutto”. Pochi giorni dopo venne querelato dalla RAI. Perbacco.

  • 3 – Elisabetta Canalis e Gianni Morandi intervistano Robert De Niro

Siamo sul podio. Ci sono quei momenti in cui davvero ti mancano le parole per descrivere l’imbarazzo che si prova in determinate situazioni. Ecco, questo è uno di quei momenti. Non mi sentivo così più o meno da quando Celentano “intervistò” David Bowie (oppure quando mi si strapparono i pantaloni durante un matrimonio) e provare nuovamente una così forte emozione e un così forte sdegno, devo dire che è piuttosto strano. Aggiungere altre parole sarebbe effettivamente inutile, avete davanti a voi 12.40 minuti di puro intrattenimento Made in Italy.

http://www.youtube.com/watch?v=QAMHVszyHZs

  • 2 – Eminem e Raffaella Carrà

Qualche tempo fa mi ritrovai per puro caso a riguardare il video dell’esibizione di Eminem a Sanremo, edizione 2001. Non sapevo se piangere o ridere. Se mettermi le mani in faccia o nascondermi da qualche parte. Che tristezza. Un vero pesce fuor d’acqua. Voi ci pensate allo splendido panorama che aveva Eminem davanti a sé durante quella performance? Centinaia di vecchietti in giacca e cravatta intenti a guardarlo con stupore, senza capire uno stracazzo di niente. La cosa più bella, poi, è Raffaella Carrà  (a far l’amore comincia tu tu tu tu) che dopo l’esibizione si avvicina e gli fa “Eminem, thanks for coming. Veramente” e Eminem che risponde con uno sguardo perso e perplesso. WHAT DA FUCK YOU WANT FROM ME STUPID BITCH?!

  • 1 – Il giorno dopo la chiusura del Festival di Sanremo

Ehssì, cari amici. Il giorno dopo la chiusura del Festival di Sanremo, è sempre il momento più imbarazzante del Festival stesso. Perché un altro anno se n’è andato, perché è il momento di tirare le somme, perché è il momento della critica, è il momento delle polemiche -un po’ come quando ti sbronzi e non ti ricordi nulla della sera prima. E chissà perché da circa 15 anni a questa parte, una volta chiuse le porte dell’Ariston, si suole parlare così male del Festival “più importante d’Italia”. Sarà mica che la musica italiana è morta? O sarà che la musica italiana da vecchi è morta? Sarà mica che il Festival della Canzone Italiana non ha più senso di esistere? Chi lo sa, sta però di fatto che, in proporzione, durante gli ultimi 10 anni, il numero di figuracce e di puttanate tirate fuori su quel palco è senza dubbio maggiore rispetto al numero di esibizioni qualitativamente accettabili, senza poi parlare dei volti protagonisti e dei vincitori. Vincitori di Talent Show e trasmissioni tv sono ormai il sale di quest’evento: i vari Marco Carta, Valerio Scanu, Emma Marrone &Co. vanno lì, si esibiscono, vengono premiati dalla giuria e dal televoto (evitiamo di aprire il capitolo “Televoto Truccato”) e se ne tornano a casa.

A questo punto mi viene in mente un uomo, un grande uomo. Che prima di porre fine alla propria vita, 46 anni or sono, scrisse alcune parole. Chissà che non siano più moderne di quanto si pensi.

« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi»