II è il secondo disco degli Unknown Mortal Orchestra, più ruffiano di così è impossibile.

La Retromania non è solo una parola per hipster bianchi che parlano di musica che vende poco, è una straordinaria presenza nell’attitudine musicale degli ultimi anni, teorizzata alla perfezione da Simon Reynolds.
La scelta dei suoni così compressi e saturi, tanto nelle chitarre quanto nelle voci, le batterie a frequenze tagliatissime, flanger, phaser, chorous e delay appartengono a questo passaggio anni zero-anni dieci, quanto al passaggio anni sessanta-settanta. In II ci senti i Tame Impala e Syd Barret, il che non corrisponde esattamente a una bestemmia, a meno che caro mio lettore tu non sia un integralista musicale e mi sa che hai proprio sbagliato pagine, ma a una strana in-evoluzione musicale.
Ok, questo II è così ruffiano da fare schifo: valido vanto e limite per il secondo disco degli Unknown Mortal Orchestra.
Rispetto ai Tame Impala e alle ultime derivazioni 60s, gli Unknown Mortal Orchestra sono molto più minimali e pacati, tanto da rendere meno immediato II di Lonerism. L’impeto è smorzato da quello che parrebbe un vasto uso di oppiacei, cosa che in tanti, immagino, possono apprezzare.
Le vibrazioni rimangono costanti per tutta la durata del disco, confondendo la percezione temporale dell’ascoltatore che è spinto in una spirale di saturazione musicale e cromatica. Il vero punto di forza è la malinconia delle liriche e della musica, penso a canzoni come Swim And Sleep (Like A Shark), splendida canzone dalla corta durata o alla più lunga e ipnotizzante Monki, che credo corrisponda anche all’apice del disco.

Ora speriamo che tornino di moda erba ed LSD perchè della roba sintetica non ci fidiamo più.

Favourite Tracks: Monki, The Opposite Of Afternoon