RUFUS WAINWRIGHT
OUT OF THE GAME – Polydor

Rufus Wainwright è tornato, più vintage che mai: “Out Of The Game”, prodotto da Mark Ronson (Amy Winehouse, Robbie Williams, Adele, Duran Duran), segna un ritorno completo alla normale forma-canzone per il cantautore americano-canadese, che per l’occasione mette un po’ da parte la sua stravaganza, ma non la sua teatralità.

Il disco risente di due situazioni emotivamente importanti per la vita del 39enne Rufus: la morte della madre Kate McGarrigle, cantante folk, nel 2010, e la nascita della figlia Viva, avuta da Lorca Cohen, figlia del grande Leonard, che Wainwright crescerà con il marito Jorn Weisbrodt.

La title-track è una ballata lennoniana nel cui ritornello Rufus, schifato, sbraita: “Look at you, look at you, look at you, look at you Suckers! Does your mama know what you’re doin’?” , urlando contro chi, spesso immeritatamente, ha avuto più successi e riconoscimenti di lui – almeno a me piace immaginare che sia così: tutti in gioco mentre lui, in giacca e cravatta, con la figlioletta in braccio, “Out Of The Game”.

“Jericho” segue la falsariga della prima traccia ma è più dolce e meno immediata, quasi “spalmata” su un piano dallo stile tanto caro ad Elton John. “Rashida” è un piano blues d’antan, che si apre in un solo di chitarra tra BB King e Brian May, e nel finale diventa una “Killer Queen”, mentre “Barbara”, sorretta da un synth arpeggiato, scorre via senza lasciare tracce. “Welcome To The Ball” è ancora un pezzo dei Queen che si mescola con temi circensi e cabarettistici, e “Montauk”, dedicata alla figlia Viva, una sorta di filastrocca freak a metà tra la psichedelia e le colonne sonore: del resto, Rufus è stato sempre molto particolare negli arrangiamenti, e anche in un disco più pop come questo, canzoni del genere non stonano affatto. “Bitter Tears” è il pezzo più “moderno” dell’album, e uno dei più riusciti: è una melodia dai sapori disco-wave che richiama gli Abba, i Depeche Mode e soprattutto i Pet Shop Boys. “Respectable Dive” è un ritmato country e “Perfect Man” è ancora un brano fantastico, un intenso baroque-pop che si sveste in “Sometimes You Need” e nel suo perfetto equilibro voce-chitarra acustica, scelta perfetta del duo Wainwright-Ronson.

A chiusura del disco troviamo “Song Of You”, che suona come se Cohen provasse a cantare i Beatles, e “Candles”, meraviglioso inno di sette minuti dedicato alla madre scomparsa, che Rufus omaggia con dolcezza e tristezza, accompagnato dai cori e da un rullante da marcia.

“Out Of The Game” è un disco senza picchi vertiginosi (né in positivo, né negativo), ma estremamente coeso e coerente, godibile come pochi: se solo ci fosse stato quel tocco in più che gli manca per entrare nella storia, ovvero un paio di pezzi davvero indimenticabili, saremmo stati tutti qui a gridare al disco dell’anno.

 

7.6/10