Il simpatico nonnetto dell’elettronica Dan Snaith pubblica un nuovo LP, il primo dal 2010 (Swim, ndr.) questa volta non più a nome Caribou, ma Daphni.
Con il precedente album ha portato i suoi suoni tropicali nati dall’insieme di elementi soul e synth pop, alle orecchie di molti ascoltatori, anche per la presenza di un brano come Odessa nella playlist di Fifa 11, gioco grazie al quale ormai da anni nuovi sbarbatelli si avvicinano al mondo dell’indie e dintorni.
Parlavamo di Odessa, il brano che viene in mente appena nomini Caribou, ma nell’ultimo suo lavoro vi erano anche altri pezzi di tutto rispetto: più immediati come Sun e altri più elaborati come Bowls. In generale quindi un ottimo album, e tutte queste premesse forse avevano creano una forte aspettativa nel pubblico, ma dall’altra parte in questo Jiaolong l’obiettivo principale del nostro producer canadese era quello di ricreare l’atmosfera tipica da club. Quindi il tocco lo-fi è voluto e anche l’utilizzo di strumenti hand-made aiuta ad ottenere il risultato sperato ma, non avendo nulla contro l’idea di atmosfera da club di Mr Snaith, il pacchetto di canzoni offerte non è per nulla sorprendente.
Avevamo avuto uno sneak-peek tramite Ye-Ye– brano incluso nel 12” split con Kieran Hebden aka Four Tet (Pinnacles/Ye-Ye, ndr.). Il brano si basa su un semplice loop vocale – appunto lo ye-ye – accompagnato nella durata della canzone da un arpeggio da videogame e brevi note di synth che decadono. L’opener Yes, I Know come atmosfera sembra ripescare negli 80’s (e dove sennò). Non per banalizzare il suo lavoro ma rispetto alle sperimentazioni a cui ci aveva abituato nei primi lavori come Manitoba qui troviamo brani che non sorprendono l’ascoltatore. Cos-Ber-ZamNe Noya alza in maniera esponenziale la negritudine dell’LP, essendo un brano pieno zeppo di percussioni tribali e ritmi che posso provenire solo dal “black continent”.
Per Pairs, miglior traccia, ci spostiamo in Brasile qui sono ritmi samba a prendere il sopravvento e a farti venire voglia di urlare “shake your booty” (KC and The Sunshine docet). Insomma questo Jiaolong sembra sia stato pubblicato come risposta alla raccolta di vecchi brani uniti a inediti proposta poco tempo prima dall’amico Four Tet (Pink).
Ovviamente all’interno di un club questi brani funzionerebbero, eccome – basta dare un ascolto al recente dj set per Boiler Room – ma da un producer capace come Manitoba/Caribou/Daphni (dai cambia un’altra volta nome ti prego) ci si aspetterebbe qualcosa di più sia sotto l’aspetto di ricerca di nuovi suoni sia sotto l’aspetto delle semplici idee.
Della serie: il “ragazzo” è capace ma non si impegna.
Questa volta Dan non hai convinto ma il 18 politico dei tuoi tempi lo hai sempre.